Mauro Corona si racconta in un docufilm su scrittura, natura e vecchiaia: «Sono qui, non mi suicido»

"Docufilm su Mauro Corona: riflessioni su scrittura, natura e vecchiaia"
Mauro Corona esplora il suo legame con la scrittura, la natura e la vecchiaia in un docufilm toccante del 2025, affermando: «Sono qui, non mi suicido»

Trento ha recentemente accolto un evento di grande rilevanza, con l’anteprima del docufilm dedicato a Mauro Corona, un uomo dalle molteplici sfaccettature che rappresenta il connubio tra scrittura, natura e vecchiaia. Intitolata *La mia vita finché capita*, la pellicola è stata diretta da Niccolò Maria Pagani e vanta la voce narrante di Giancarlo Giannini, capace di infondere vita e profondità alle parole di Corona. L’anteprima ha avuto luogo all’Auditorium Santa Chiara, nell’ambito del Trento Film Festival, e il film sarà proiettato nelle sale a partire dal 5 maggio, sotto la distribuzione di Wanted Cinema.

L’uomo delle tre «s»

Il docufilm di Pagani si focalizza su un uomo che si descrive attraverso tre termini chiave: scrittore, scultore e scalatore. A 75 anni, Mauro Corona continua a sfidare i ghiacciai, indossando il suo iconico gilet. Patrocinata dal Cai e supportata dalla Friuli Venezia Giulia Film Commission, la pellicola offre uno sguardo intimo e genuino sulla vita di un artista che ha saputo esprimere la propria essenza attraverso le opere e le avventure in montagna.

Genitori e infanzia complicata

Nel docufilm, Corona si racconta con franchezza, affiancato da figure significative come Erri de Luca, Davide Van De Sfroos e Piero Pelù. Questi tre amici, quasi come spiriti guida, condividono con lui momenti di riflessione, sorseggiando vino attorno a un falò. La narrazione si concentra sulle fragilità dell’autore, rivelando un’infanzia segnata da difficoltà e un rapporto complesso con i genitori. I ricordi di un passato tumultuoso si intrecciano con aneddoti di vita vissuta, creando un mosaico di emozioni e esperienze.

Le opere e i libri

Un altro elemento centrale del film è il processo creativo di Mauro Corona. Lo vediamo immerso nella sua “tana”, circondato da libri, mentre illustra il suo metodo di scrittura: penna e carta prima di tutto, per poi trasferire il tutto al computer. «Scrivere al computer è freddo e sterile», afferma, sottolineando l’importanza di un contatto diretto con le parole. Le sue riflessioni sono accompagnate da estratti dei suoi libri, in particolare da *Le altalene*, dove la montagna è descritta come un’entità severa e immutabile, testimone di perdite e solitudine.

Il lato bello della vita

Mauro Corona non nasconde le sue battaglie interiori. «Sono qui, non mi suicido», dichiara con determinazione, evidenziando come ci sia anche un lato bello nella vita, come una passeggiata nel bosco d’autunno. Tuttavia, i fantasmi del passato lo seguono, dai conflitti con i genitori agli eccessi che hanno contraddistinto la sua esistenza. I momenti più autentici si rivelano quelli trascorsi con gli amici, tra risate e ricordi, mentre affronta le sfide della montagna con passione e dedizione. «Il tempo è passato veloce», riflette, ma la sua mente è chiara e lucida, pronta a raccontare storie di vita e di natura.

In questo docufilm, Mauro Corona si presenta in tutta la sua complessità, un uomo che ha saputo trasformare le sue esperienze in arte, offrendo al pubblico un viaggio emozionante attraverso la sua esistenza.

Related Post