Il marito di Chamila Wijesuriya accusa i giudici: “Mancata valutazione psichiatrica nel caso”

"Marito di Chamila Wijesuriya accusa giudici di mancata valutazione psichiatrica nel caso"
Il marito di Chamila Wijesuriya denuncia la mancata valutazione psichiatrica nel processo, sollevando interrogativi sulla giustizia

La relazione tra Chamila Wijesuriya ed Emanuele De Maria

La storia tra Chamila e De Maria si intreccia in modo drammatico. I due si erano conosciuti all’Hotel Berna, nei pressi della stazione centrale di Milano. Secondo le indagini, la donna e l’uomo avrebbero avuto una relazione, e la decisione di Chamila di chiudere il rapporto potrebbe aver scatenato la violenza fatale. Parlando con il Corriere della Sera, Himanshu ha rivelato di non aver mai sospettato nulla di strano. Chamila, originaria dello Sri Lanka e residente in Italia da molti anni, aveva menzionato De Maria solo quando questi era già al lavoro.

“Era preoccupata per lui, un tipo appena uscito dal carcere,” racconta il marito. “Le avevo detto di stare attenta.” L’ultima volta che ha sentito la moglie, era venerdì pomeriggio, quando l’ha chiamata mentre usciva dalla palestra a Cinisello Balsamo. Tuttavia, le telecamere di sorveglianza hanno rivelato che in quel momento si trovava al Parco Nord con De Maria. “Non avrei mai immaginato che mi stesse mentendo,” confessa Himanshu, “dopo quasi trent’anni di matrimonio, non avrei mai dubitato di lei.”

Il marito contro i giudici

La frustrazione di Himanshu si rivolge anche verso il sistema giudiziario. “Come è possibile che un uomo condannato per femminicidio possa circolare liberamente?” si chiede. La sua richiesta è chiara: “L’autorità giudiziaria italiana deve prestare maggiore attenzione. Ho il sospetto che non siano stati effettuati tutti gli accertamenti necessari prima di concedere la libertà a un killer.” La sua preoccupazione è condivisa da molti, e la domanda inquietante che si pone è: “Perché non sono state effettuate perizie psichiatriche su De Maria?”

La posizione dei giudici sul caso De Maria

Dopo le dichiarazioni di Himanshu, anche i giudici hanno preso posizione riguardo al permesso di lavoro concesso a Emanuele De Maria. Condannato a 14 anni di carcere per un femminicidio avvenuto nel 2016, la sua liberazione era stata giustificata da un “percorso carcerario positivo”. Il presidente della Corte d’Appello di Milano, Giuseppe Ondei, e la presidente facente funzione del Tribunale di Sorveglianza, Anna Maria Oddone, hanno spiegato che la decisione di concedere il permesso era stata presa sulla base di un comportamento esemplare durante la detenzione e il lavoro presso l’hotel.

Tuttavia, la tragica fine di Chamila Wijesuriya ha sollevato interrogativi sulla sicurezza delle decisioni giudiziarie. “Nessuno avrebbe potuto prevedere un esito così drammatico,” hanno affermato i giudici, ma le parole di Himanshu risuonano forti: “La giustizia deve essere più attenta quando si tratta di concedere libertà a chi ha già dimostrato di essere pericoloso.” La comunità è scossa, e la storia di Chamila rimarrà un monito su quanto sia cruciale la vigilanza nel sistema giudiziario.

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