Dimenticate le favole classiche e i finali felici: nel 2025, il cinema si arricchisce di un’opera audace e provocatoria, The Ugly Stepsister, diretta dalla talentuosa norvegese Emilie Blichfeldt. Questo film non è solo una rivisitazione della nota storia di Cenerentola, ma un inquietante viaggio nel body horror femminista, dove si intrecciano chirurgia medievale, sangue e una critica spietata ai canoni di bellezza.
Un’ambientazione oscura e affascinante
Ambientato in una Swedlandia cupa e opprimente, The Ugly Stepsister narra le vicende di Elvira , interpretata da Lea Myren, una giovane goffa e sognatrice, segnata da insicurezze e da un apparecchio dentale che la rendono vulnerabile. La sua esistenza cambia radicalmente quando la madre, Rebekka , si risposa con l’aristocratico Otto , portando Elvira e la sorellina Alma a vivere in una villa lussuosa. Qui, Elvira incontra la sorellastra Agnes , interpretata da Thea Sofie Loch Næss, una bellezza eterea che rappresenta l’ideale di perfezione a cui Elvira aspira. Tuttavia, il sogno di una vita migliore si frantuma quando Otto muore il giorno delle nozze, lasciando la famiglia in miseria.
La trama si complica ulteriormente quando Elvira decide di partecipare al ballo del principe Julian , un evento esclusivo per nobili vergini. Convinta che solo diventando bella potrà conquistare il cuore del principe, Elvira intraprende un percorso di trasformazione che la porterà a subire interventi estremi e dolorosi, un vero e proprio calvario corporeo.
La brutalità della bellezza
In questo film, la bellezza non è solo un obiettivo, ma diventa un’ossessione che spinge Elvira a sottoporsi a interventi chirurgici estremi, come una rinoplastica con gabbia metallica e l’ingestione di parassiti per dimagrire. Il suo corpo diventa un campo di battaglia, riflettendo una società che associa il valore femminile all’estetica. The Ugly Stepsister non si limita a mostrare la violenza, ma la infligge allo spettatore, con scene disturbanti che alternano momenti onirici a dettagli splatter, degni delle opere di Dario Argento . La colonna sonora di John Erik Kaada , caratterizzata da sintetizzatori inquietanti, amplifica la tensione in modo impeccabile.
Tuttavia, oltre all’impatto visivo, il film offre una profonda riflessione sul desiderio di conformità e sull’idea di bellezza . Elvira non è un’antagonista, ma una vittima di un sistema che premia solo chi si adatta e si trasforma. Il contrasto tra lei e Agnes è emblematico: mentre Agnes incarna un’innocenza algida, Elvira si consuma nel tentativo di piacere, portando a un gesto finale che trasforma la fiaba in tragedia.
Un’opera divisiva e provocatoria
The Ugly Stepsister è un film che divide: da un lato, è un’opera potente e scioccante, capace di mettere a nudo il legame tra identità femminile e violenza estetica; dall’altro, si può obiettare che la rappresentazione esplicita dei “difetti” corporei rischi di rafforzare l’equazione tra naturale e ripugnante, creando disagio piuttosto che empatia. Una scena in particolare, in cui Elvira si guarda allo specchio e si disprezza, è più disturbante di qualsiasi mutilazione visiva.
Eppure, è proprio questa contraddizione a rendere il film così affascinante. The Ugly Stepsister non cerca di rassicurare il pubblico; anzi, lo costringe a confrontarsi con il proprio discomfort. È un’opera che squarcia il velo del glamour, rivelando le cicatrici nascoste dietro il desiderio di approvazione sociale.
Performance straordinarie e un messaggio potente
La performance di Lea Myren nel ruolo di Elvira è straordinaria: fisica e disperata, riesce a trasmettere una vulnerabilità che cattura l’empatia dello spettatore. Dall’altra parte, Thea Sofie Loch Næss offre un’interpretazione elegante e malinconica, ma è il personaggio di Elvira a catalizzare l’attenzione e la compassione, anche nel suo abbrutimento.
In sintesi, The Ugly Stepsister non è solo un horror disturbante, ma una critica sociale feroce mascherata da fiaba nordica. Mentre il cinema mainstream si perde in remake privi di anima, questo film europeo underground osa, scuote e invita alla riflessione. Non è per tutti, specialmente per chi non tollera sangue e sofferenza corporale, ma è indubbiamente un’opera che lascia il segno e definisce una nuova estetica per l’ horror femminista del futuro.
Di seguito, il trailer internazionale di The Ugly Stepsister: