Un uomo di 74 anni, originario della Bosnia, è stato arrestato mercoledì pomeriggio a Firenze per aver infranto il divieto di avvicinamento alla sua ex moglie. Questo provvedimento, già in vigore da tempo, era stato emesso a seguito di precedenti accuse di maltrattamenti. La situazione si è complicata quando la donna, una 65enne proveniente dalla ex Jugoslavia, ha deciso di contattare gli agenti del Commissariato di P.S. Rifredi, manifestando la sua preoccupazione per la presenza dell’auto del suo ex marito nei pressi della sua abitazione.
La denuncia della donna
La donna ha notato l’auto del suo ex parcheggiata nei dintorni della sua casa, il che ha alimentato la sua ansia per la sicurezza personale. Preoccupata, ha immediatamente allertato la polizia, che ha prontamente preso in carico la sua denuncia. Gli agenti, dopo aver ascoltato con attenzione la sua testimonianza, hanno deciso di intervenire. La donna ha riferito di sentirsi minacciata dalla presenza costante dell’ex marito, il quale, nonostante fosse già soggetto a una misura cautelare, continuava a violare le restrizioni imposte.
L’intervento delle forze dell’ordine
A seguito della segnalazione, gli agenti del Commissariato di P.S. Rifredi hanno avviato un’operazione di monitoraggio nei pressi dell’abitazione della donna. Durante l’appostamento, hanno avvistato il 74enne nei dintorni della casa e hanno notato la sua auto parcheggiata a pochi metri di distanza. Seguendo le indicazioni della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, gli agenti hanno proceduto a fermare l’uomo, che è stato successivamente trasferito nelle camere di sicurezza della Questura in attesa del rito direttissimo.
Presunzione di innocenza
È fondamentale sottolineare che, nonostante l’arresto, l’uomo gode della presunzione di innocenza fino a prova contraria. La responsabilità penale e la validità delle accuse saranno esaminate durante il processo. Questo principio cardine del diritto penale italiano assicura che ogni individuo sia considerato innocente fino a quando non venga dimostrata la sua colpevolezza in un tribunale.
La vicenda ha riacceso il dibattito sulla sicurezza delle donne e sull’importanza di rispettare le misure di protezione in casi di violenza domestica. La polizia ha ribadito l’importanza di denunciare qualsiasi comportamento sospetto e di non sottovalutare mai le minacce alla propria sicurezza.