Gianni Bruscagin, super testimone del delitto di Garlasco, svela rivelazioni e polemiche

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Gianni Bruscagin, super testimone del delitto di Garlasco, condivide rivelazioni e polemiche che scuotono l'opinione pubblica nel 2025

Il caso di Garlasco, a distanza di anni, continua a suscitare dibattiti accesi e nuove rivelazioni potrebbero riscrivere la storia. Al centro di questa intricata vicenda si trova Gianni Bruscagin, un testimone chiave che ha deciso di rompere il silenzio per esporre la sua versione dei fatti. Bruscagin, noto per la sua amicizia con l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, sostiene di avere informazioni fondamentali riguardanti l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007.

La risposta all’avvocato Tizzoni

In un’intervista rilasciata a Le Iene, Gianni Bruscagin ha espresso il suo malcontento nei confronti dell’avvocato Tizzoni, che lo ha definito una persona poco credibile. “Ho deciso di metterci la faccia perché questo signore mi ha pubblicamente diffamato e voglio confutare le sue affermazioni”, ha dichiarato Bruscagin, visibilmente emozionato. Tizzoni, in una puntata precedente, aveva affermato di conoscere Bruscagin da sempre, considerandolo solo un altro tra i tanti che si erano proposti come investigatori privati. “Non c’era nulla di concreto in quello che diceva”, ha aggiunto il legale, suggerendo a Bruscagin di contattare i carabinieri.

Le rivelazioni a Le Iene

Durante la trasmissione, Bruscagin ha raccontato di essere stato contattato da Tizzoni una settimana dopo l’omicidio di Chiara Poggi. Ha rivelato di aver appreso da una signora che il 13 agosto 2007, una delle cugine della vittima, Stefania Cappa, sarebbe stata vista mentre trasportava un pesante borsone nella cascina della nonna a Tromello, un luogo non lontano da Garlasco. Questo borsone è diventato un elemento cruciale, soprattutto dopo il ritrovamento di un martello simile a quello che si ipotizza possa essere stato utilizzato nel delitto.

Bruscagin ha affermato di aver condiviso queste informazioni con Tizzoni, ma di essere stato liquidato con una frase che ha sollevato interrogativi: “I Cappa sono amici di famiglia loro”. Questa affermazione ha fatto sorgere dubbi sulla possibilità che le indagini siano state influenzate da legami personali.

Le dichiarazioni di Bruscagin

Di fronte alle accuse dell’avvocato, Bruscagin ha deciso di esporsi ulteriormente. “Smentisco categoricamente di essere andato a cercarlo io; è stato lui a cercare me”, ha affermato. Secondo il suo racconto, Tizzoni lo avrebbe bloccato subito, spiegando che c’era un’indagine in corso e che non si poteva affrontare un’altra indagine su altre persone. Bruscagin ha anche negato che il legale gli avesse consigliato di contattare i carabinieri.

“Mi sono permesso di parlare con un colonnello dei carabinieri di mia conoscenza”, ha rivelato, aggiungendo che il militare gli aveva consigliato di mantenere tutto per sé, poiché non era il momento giusto per divulgare informazioni che avrebbero potuto metterlo in pericolo. “All’epoca non ci si poteva fidare degli inquirenti”, ha concluso.

A supporto delle sue affermazioni, Bruscagin ha mostrato a Le Iene degli appunti che aveva preso 18 anni fa, quando due persone gli parlarono del delitto. “L’ho fatto per non dimenticare. Ho detto la verità, non ho paura di niente”, ha dichiarato con determinazione.

La vicenda di Garlasco rimane avvolta nel mistero, e le parole di Gianni Bruscagin potrebbero rappresentare un nuovo capitolo in questa complessa storia di omicidio e giustizia.

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