Garlasco: esame della chiavetta USB di Chiara Poggi e dei verbali di Paola Cappa e Alessandro

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Il caso di Garlasco continua a suscitare interrogativi e accendere dibattiti. Negli ultimi giorni, il focus si è spostato sul tragico omicidio di Chiara Poggi, collegandolo a un tema delicato e controverso: la pedofilia. Chi ha seguito la vicenda ricorderà che, subito dopo la morte della giovane, si diffuse la notizia che Chiara avesse trovato materiale pedopornografico nel computer del fidanzato, Alberto Stasi. Sebbene si fosse ipotizzato che questo potesse costituire il movente per il suo omicidio, le indagini non confermarono mai tale pista. Recentemente, la questione è tornata alla ribalta con la scoperta di ricerche effettuate da Chiara su questo argomento, custodite nella sua chiavetta USB.

Gli articoli sulla pedofilia nella chiavetta USB

Il 30 aprile 2025, il giornalista Gianluca Zanella ha rivelato in un video su YouTube, sul canale Darkside Italia, il contenuto della pendrive di Chiara Poggi, di cui la redazione ha ottenuto una copia. Secondo quanto riportato, la chiavetta conteneva file non solo sulla pedofilia, ma anche sull’anoressia. Alcune informazioni erano già emerse nel 2009, grazie a una consulenza informatica richiesta dalla famiglia Poggi.

Zanella ha analizzato i dettagli della chiavetta in un filmato di 20 minuti, rivelando che si trattava di una pendrive Kingston da 2 gigabyte. Al suo interno, oltre a documenti di lavoro e ricerche su argomenti come il surf e le gang femminili dell’America Latina, si trovavano anche file legati a Marilyn Manson, un dettaglio che ha alimentato speculazioni su un possibile legame tra il delitto e il satanismo.

Tra i documenti più significativi, spicca un file PDF intitolato “Pedofilia 1, 2, 3”, contenente un articolo di Licia Granello del 19 maggio 2007, intitolato “Aiuto, ho visto il lupo cattivo”, che trattava di un’inchiesta sulla pedofilia. Chiara aveva anche scaricato un altro file, intitolato “Abusati”, scritto da Concita de Gregorio, che affrontava gli abusi sui minori da parte di membri della Chiesa Cattolica. Oltre a questi, la chiavetta conteneva ricerche su droghe e il delitto perfetto, elementi che, sebbene inquietanti, potrebbero riflettere la curiosità di una giovane donna attenta alle problematiche sociali.

Le molestie raccontate da Paola Cappa

Paola Cappa, una delle gemelle Cappa e cugina di Chiara, ha avuto un ruolo controverso nelle indagini. Nei giorni successivi al delitto, emerse un memoriale a lei attribuito, ma mai realmente scritto da lei, che suscitò polemiche. Secondo quanto riportato da Darkside, Paola, il 15 agosto 2007, suggerì agli inquirenti di indagare tra gli ex colleghi di Chiara, ipotizzando che potesse esserci un legame con avance non corrisposte da parte di uomini che non avevano accettato un rifiuto.

Paola rivelò di aver subito molestie da un uomo adulto durante l’infanzia, un trauma di cui parlò solo dopo molti anni. Questo racconto ha aggiunto un ulteriore strato di complessità al caso, suggerendo che le esperienze personali di Paola potessero influenzare le sue dichiarazioni.

La telefonata all’ex ragazzo

Il 15 agosto 2007, Paola Cappa rivelò che l’unica persona a conoscenza delle sue presunte molestie era il suo ex fidanzato, Alessandro. Quest’ultimo raccontò agli inquirenti di aver ricevuto una telefonata anonima il 13 agosto, nella quale una voce femminile annunciava la morte di Chiara. Durante la conversazione, l’interlocutrice si identificò come Paola, dopo che Alessandro aveva chiesto chi fosse.

Alessandro confermò le affermazioni di Paola riguardo alle molestie subite, ma il suo verbale presentava un’interruzione sospetta. La frase finale, in cui accennava di aver appreso della tragedia di Garlasco solo tramite i media, si interrompeva bruscamente, lasciando aperti interrogativi su cosa avesse realmente voluto dire.

Il caso di Garlasco rimane avvolto nel mistero, con nuove rivelazioni che emergono e vecchie teorie che tornano a galla, mantenendo viva l’attenzione su una vicenda che ha segnato profondamente la comunità.

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