Alessio Tucci, un ragazzo di 19 anni originario di Afragola, ha ammesso di aver ucciso la sua ex fidanzata, Martina Carbonaro, di soli 14 anni, durante un interrogatorio condotto dai carabinieri. La confessione è avvenuta dopo circa un’ora di domande, quando il giovane ha visto le immagini della videosorveglianza che lo ritraevano insieme a Martina mentre entravano in un casolare abbandonato, il luogo in cui si è consumato il tragico femminicidio. La giovane è stata brutalmente colpita al volto con una pietra.
La confessione di Alessio Tucci
I dettagli della confessione sono stati forniti dall’avvocato difensore di Tucci, Mario Mangazzo. Stando a quanto riportato, il giovane ha ceduto intorno alle 14 di mercoledì 28 maggio, poco dopo l’inizio dell’interrogatorio. La pressione e il peso della situazione, uniti alla visione delle prove, hanno spinto Alessio a rivelare la verità su quanto accaduto.
La scoperta del corpo di Martina
Le immagini della videosorveglianza hanno mostrato un incontro tra Alessio e Martina, che, secondo l’avvocato, sarebbe avvenuto per caso. I due erano insieme a un’amica della vittima, che si è poi allontanata, lasciandoli soli. Poche ore prima, i carabinieri avevano rinvenuto il corpo di Martina all’interno di un armadio, coperto di detriti, nel casolare di Afragola. La situazione si complica ulteriormente considerando che Alessio, solo due settimane prima, era stato lasciato dalla ragazza e aveva partecipato attivamente alle ricerche per trovarla.
Un incontro casuale o un piano premeditato?
L’avvocato Mangazzo ha affermato che l’incontro tra i due era del tutto casuale e non programmato. Tuttavia, ha anche accennato a un possibile “dolo di impeto” da parte di Alessio, il quale non avrebbe accettato la separazione da Martina. Negli ultimi giorni, il giovane appariva visibilmente provato e in uno stato di malessere, tanto che i suoi familiari avevano notato il suo disagio, ma non erano a conoscenza delle ragioni.
Alessio, secondo quanto riferito dal suo legale, ha mostrato segni di profondo dolore e ha ripetuto più volte “non ero io”, cercando di giustificare il suo gesto. I genitori del giovane hanno espresso la loro vicinanza alla famiglia di Martina, un gesto che evidenzia la complessità emotiva di questa tragica vicenda.
La storia di Alessio e Martina ha profondamente scosso la comunità di Afragola, portando a riflessioni sul tema della violenza di genere e sull’importanza di affrontare il malessere emotivo nei giovani.