L’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa, continua a stupire e a destare preoccupazione. Recentemente, un evento di notevole rilevanza ha attirato l’attenzione degli esperti: il crollo di una parte del cratere di Sud Est. Questo fenomeno, avvenuto nella Valle del Leone, non rappresenta una novità per il vulcano siciliano, come ha chiarito il vulcanologo Mario Mattia dell’INGV di Catania. Secondo le sue parole, si tratta di un evento fisiologico, già osservato in passato, che rientra nella normale dinamica di un vulcano attivo.
Il crollo del cratere di Sud Est
Il cedimento della parete settentrionale del cratere ha dato origine a un flusso piroclastico, una colata di cenere calda che si è rapidamente diffusa lungo il pendio. Mattia ha evidenziato che, sebbene l’evento sia raro, non è affatto inusuale per l’Etna. La crescita del cono vulcanico è frequentemente accompagnata da episodi di crollo, che possono essere considerati parte del ciclo vitale del vulcano.
La situazione è stata monitorata con attenzione, e il vulcanologo ha affermato che tali eventi, sebbene possano sembrare allarmanti, fanno parte di un processo naturale. La dinamica del vulcano è complessa e richiede un’osservazione costante, ma non deve generare eccessiva preoccupazione tra residenti e turisti.
Cosa ha provocato il cedimento
L’attività stromboliana registrata nelle ultime ore ha contribuito ad aumentare l’altezza e l’inclinazione del cratere. Quando il cono supera un certo angolo di attrito, il rischio di crolli aumenta notevolmente. Mattia ha avvertito che questi eventi possono manifestarsi in modo improvviso e potenzialmente pericoloso, ma rientrano nella normale attività vulcanica.
Il vulcanologo ha spiegato che il materiale instabile, unito a un repentino innalzamento della temperatura e alle spinte dal basso, rende il cono vulnerabile ai cedimenti. Fortunatamente, il crollo si è verificato in una zona remota, lontana dai sentieri turistici più frequentati, riducendo il rischio per i visitatori.
Cosa può accadere ora
Rivolgendo lo sguardo al futuro, Mattia ha chiarito che l’INGV non è in grado di fornire previsioni precise riguardo a nuovi eventi. Tuttavia, ha notato che il cratere ha mostrato una notevole crescita negli ultimi vent’anni e attualmente presenta segni di instabilità. Sebbene ulteriori crolli non possano essere esclusi, il vulcanologo ha affermato che piccoli eventi come quello recente possono essere addirittura auspicabili, poiché riducono il rischio di un collasso più ampio e strutturale.
In conclusione, l’Etna continua a rappresentare un oggetto di studio affascinante e complesso, e gli esperti sono impegnati a monitorare attentamente la sua attività. La situazione attuale è compatibile con l’attività ordinaria del vulcano, ma richiede un’osservazione costante per garantire la sicurezza di tutti.