Gatto morto appeso all’oratorio di Stazzano, indagini su un 14enne della zona

"Gatto morto appeso all'oratorio di Stazzano, indagini su un ragazzo di 14 anni."
indagini su un 14enne dopo il ritrovamento di un gatto morto appeso all'oratorio di stazzano nel 2025

Un episodio agghiacciante ha scosso la comunità di Stazzano, in provincia di Alessandria, dove un gatto è stato rinvenuto morto e appeso a un muro dell’oratorio. La macabra scoperta è avvenuta il 3 giugno 2025, quando una residente, mentre passeggiava nei pressi dell’edificio, si è trovata di fronte a questa scena straziante. Il felino, di colore bianco, era stato inchiodato alla parete, suscitando indignazione e orrore tra i cittadini.

Crocifisso un gatto a Stazzano

La donna, profondamente scossa dalla visione del gatto crocifisso, ha deciso di immortalare il momento e di condividere la foto sui social media, chiedendo aiuto per identificare il responsabile di questo atto di violenza. La notizia ha rapidamente fatto il giro della rete, attirando l’attenzione dell’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (AIDAA), che ha prontamente preso in carico la situazione. In un comunicato, l’AIDAA ha confermato che i sospetti si sono concentrati su un adolescente di circa 14 anni, residente nella zona.

Come riportato da Ansa, l’associazione ha anche presentato una denuncia presso la Procura dei Minori di Torino, informando parallelamente la Procura di Alessandria. La decisione di coinvolgere le autorità è stata motivata dalla gravità del gesto e dalla necessità di fare chiarezza su quanto accaduto.

Nonostante l’eco suscitato dall’evento, al momento non è chiaro se le Procure abbiano avviato un’indagine formale. Tuttavia, l’AIDAA ha ricevuto segnalazioni da parte di alcuni giovani che affermano di aver sentito il minorenne vantarsi dell’atto compiuto in chat, un elemento che potrebbe rivelarsi cruciale per le indagini.

I sospetti su un 14enne

Le indagini si stanno concentrando su un ragazzo di Stazzano, il quale, secondo le testimonianze raccolte, potrebbe aver condiviso dettagli sul suo gesto in alcune conversazioni online. Questo comportamento ha sollevato ulteriori preoccupazioni tra i residenti, che temono che simili atti di violenza possano ripetersi. La comunità è in stato di allerta e molti chiedono giustizia per il povero gatto.

La notizia ha scatenato un acceso dibattito sui social, con molti utenti che esprimono la loro indignazione e richiedono pene severe per chi commette atti di violenza sugli animali. La situazione è delicata e richiede una gestione attenta da parte delle autorità competenti, che devono affrontare non solo il caso specifico, ma anche il fenomeno più ampio della violenza sugli animali.

Violenza sugli animali: cosa dice la legge Brambilla

In un contesto come questo, è fondamentale ricordare che la legge Brambilla, approvata il 29 maggio 2025, ha inasprito le pene per i reati contro gli animali. Questa normativa rappresenta un significativo passo avanti nella tutela degli animali, riconoscendoli come esseri senzienti e non più come semplici oggetti del diritto. La legge prevede pene che possono arrivare fino a quattro anni di carcere per chi commette atti di sadismo, organizza combattimenti tra animali o ne provoca la morte.

Inoltre, se i reati vengono commessi in presenza di minori o riguardano più animali, le pene possono essere aumentate di un terzo. Anche le sanzioni pecuniarie sono state rese più severe, oscillando tra i 5 e i 60 mila euro. Questa legislazione invia un chiaro messaggio: la violenza sugli animali non sarà tollerata e chi commette tali atti dovrà affrontare conseguenze serie.

Il caso del gatto di Stazzano potrebbe quindi rappresentare un importante banco di prova per l’applicazione di queste nuove norme, mentre la comunità attende con ansia sviluppi e giustizia per il povero felino.

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