Le vacanze estive del 2025 si prospettano decisamente più onerose rispetto agli anni precedenti, e il Codacons ha lanciato un chiaro allerta. L’associazione ha evidenziato come i rincari nei settori dei trasporti e degli alloggi siano diventati una realtà innegabile, confrontando i dati attuali con quelli del 2019, prima della crisi sanitaria globale. I risultati sono preoccupanti: i costi per viaggiare sono aumentati in modo significativo, trasformando l’idea di una villeggiatura estiva in un lusso per molti.
I costi dei voli nazionali quasi raddoppiano
Chi intende volare in Italia quest’estate dovrà prepararsi a spendere cifre notevolmente superiori rispetto a sei anni fa. I dati sono inequivocabili: i voli nazionali hanno registrato un incremento medio dell’81,5%, mentre quelli internazionali sono aumentati del 65,9%. Anche i voli all’interno dell’Europa non sono da meno, con un aumento del 61%. Chi sceglie di utilizzare il traghetto non può dirsi fortunato, con tariffe cresciute del 13,9%.
Il trasporto ferroviario ha subito un rincaro del 10,7%, mentre autobus e pullman hanno visto un incremento del 10,1%. Per quanto riguarda i carburanti, la benzina è aumentata dell’8,3% e il gasolio ha subito un incremento del 12,6%. Anche i pedaggi autostradali e i costi per i parchimetri sono saliti del 7,2%, e chi decide di noleggiare un’auto deve affrontare un costo maggiore del 17,6%.
In sintesi, mettersi in viaggio nel 2025 comporta spese notevolmente più elevate rispetto a pochi anni fa. Tuttavia, non è solo il trasporto a subire rincari; anche gli alloggi e i servizi turistici hanno visto un aumento dei prezzi. Secondo il Codacons, considerando solo trasporti, alloggi e servizi turistici, le vacanze estive del 2025 costano in media il 30% in più rispetto al 2019. Questo aumento dei prezzi è così significativo da risultare insostenibile per una parte crescente della popolazione. Infatti, si stima che quest’estate il 49% degli italiani, quasi uno su due, rinuncerà a una villeggiatura tra giugno e settembre, un netto aumento rispetto al 39,5% del 2019. Un cambiamento che mette in luce le difficoltà economiche che molti stanno affrontando.