"Buco nero antico scoperto al centro di una galassia, formatosi 500 milioni di anni dopo il Big Bang."
scoperta di un buco nero antico al centro di una galassia, formatosi 500 milioni di anni dopo il big bang, offre nuove prospettive sull'evoluzione dell'universo

Scoperto un buco nero antico, nato 500 milioni di anni dopo il Big Bang, al centro di una galassia

Una scoperta straordinaria

Un team di astronomi ha recentemente fatto un’importante scoperta: un buco nero tra i più antichi e distanti mai osservati, risalente a soli 500 milioni di anni dopo il Big Bang. Questo colosso cosmico si trova al centro della galassia CAPERS-LRD-z9 ed è stato identificato grazie alle avanzate capacità del telescopio spaziale James Webb (JWST), che ha condotto una campagna dedicata allo studio delle galassie primordiali.

Le little red dots

La galassia CAPERS-LRD-z9 appartiene al gruppo delle Little Red Dots, una categoria di galassie compatte osservabili solo nei primi 1,5 miliardi di anni di storia dell’universo. Queste galassie si distinguono per la loro intensa luminosità rossa, un fenomeno che, secondo i modelli tradizionali di evoluzione galattica, non può essere spiegato unicamente attraverso la formazione stellare, che risulta troppo lenta in epoche così precoci. Gli scienziati avevano già formulato l’ipotesi che dietro a questa luminosità anomala potesse esserci l’attività di un buco nero, in grado di emettere enormi quantità di radiazione mentre consuma la materia circostante.

La conferma della teoria

Per avvalorare questa teoria, il gruppo di ricerca, guidato da Anthony Taylor dell’Università del Texas, ha utilizzato una tecnica nota come spettroscopia. Questa metodologia permette di scomporre la luce nei suoi vari colori, facilitando la rilevazione del movimento del gas. Quando la materia ruota attorno a un buco nero a velocità estreme, la luce viene “spostata” verso il rosso o il blu, a seconda della direzione, creando una firma inconfondibile.

Le misurazioni rivelatrici

Le misurazioni effettuate hanno rivelato che il buco nero di CAPERS-LRD-z9 possiede una massa stimata fino a 300 milioni di volte quella del Sole. Questo dato è sorprendente, in quanto rappresenta quasi la metà della massa stellare dell’intera galassia ospitante. La rapidità con cui questo buco nero è cresciuto in appena mezzo miliardo di anni sembra contraddire i tempi previsti dai modelli standard, suggerendo l’esistenza di meccanismi di formazione più rapidi o l’origine da “semi” già molto massicci.

Il futuro della ricerca

Il JWST, grazie alla sua capacità di osservare nelle lunghezze d’onda infrarosse, ha aperto una finestra su questi sistemi quasi all’alba dell’universo. Tuttavia, Taylor avverte che “più indietro di così, con la tecnologia attuale, è praticamente impossibile spingersi”. Il prossimo obiettivo della ricerca sarà quello di ampliare il censimento di queste Little Red Dots, per comprendere quanti di essi ospitino buchi neri e in che misura questi colossi abbiano influenzato la formazione del giovane universo.