Un progetto innovativo in Norvegia
In Norvegia, si sta sviluppando un progetto ambizioso che promette di trasformare la produzione di energia marittima. Si tratta di reattori nucleari galleggianti, capaci di generare tra 200 e 250 megawatt, progettati per essere installati su grandi chiatte. Queste strutture non solo forniranno elettricità alle piattaforme offshore, ma si collegheranno anche alla rete elettrica terrestre, segnando l’inizio di una nuova era di energia sostenibile.
Chi sono i protagonisti
L’iniziativa nasce da un accordo tra Norsk Kjernekraft, una società norvegese specializzata nello sviluppo di progetti nucleari, e Ocean-Power AS, un’azienda con sede a Ronglan che aspira a diventare un fornitore di energia marittima. Il protocollo d’intesa, recentemente firmato, mira a unire le competenze del settore nucleare con l’esperienza marittima del Paese, utilizzando un modello basato sui reattori modulari di piccola taglia (SMR).
Perché scegliere gli SMR
La scelta degli SMR non è casuale. Questi reattori si distinguono per la loro compattezza e flessibilità rispetto alle centrali tradizionali, rendendoli ideali per l’installazione su piattaforme mobili come le chiatte. Sebbene non abbiano propulsione propria, sono perfetti per ospitare impianti complessi. Una volta operativi, i reattori galleggianti potrebbero garantire un approvvigionamento energetico stabile e senza emissioni in località con alta domanda, come hub industriali remoti e installazioni offshore.
Le dichiarazioni dei leader del settore
Il CEO di Norsk Kjernekraft, Jonny Hesthammer, ha sottolineato l’importanza di questa collaborazione, definendola un passo cruciale verso un impegno a lungo termine nel settore nucleare norvegese. Con il calo dell’attività nel settore petrolifero, che ha storicamente sostenuto l’economia del Paese, è diventato urgente sviluppare nuove filiere industriali sostenibili.
Dall’altro lato, Ocean-Power ha già esplorato il concetto di centrali galleggianti alimentate da turbine a gas e vapore, dotate di sistemi per la cattura della CO₂, destinati allo stoccaggio geologico o al trasporto via nave. L’accordo con Norsk Kjernekraft rappresenta un ampliamento delle prospettive verso il nucleare, promettendo soluzioni più stabili e senza emissioni dirette.
Opportunità di esportazione
Il CEO di Ocean-Power, Erling Ronglan, ha affermato che la tecnologia basata su chiatte potrebbe essere la chiave per “mobilitare l’industria nordica e sviluppare soluzioni che possano diventare leader a livello mondiale”. Questo progetto non si limita a soddisfare i fabbisogni interni, ma si configura anche come un’opportunità di esportazione. Se i prototipi si dimostreranno efficaci, la Norvegia potrebbe affermarsi come fornitore globale di reattori nucleari galleggianti, esportando competenze e infrastrutture verso altri Paesi in cerca di energia sicura e a basso impatto ambientale.
Prossimi passi e studio di fattibilità
La fase iniziale del progetto prevede uno studio di fattibilità, con particolare attenzione alle normative norvegesi e alle opportunità offerte dalla filiera ingegneristica locale. Non è la prima volta che la Norvegia esplora alternative al petrolio: nei mesi scorsi, Ocean-Power ha già siglato un accordo con la danese Copenhagen Atomics per studiare reattori a sali fusi alimentati a torio, un’altra opzione che il Paese sta valutando con interesse per diversificare il proprio mix energetico.