Ristrutturazione di TikTok: Licenziamenti in vista
La notizia che sta facendo tremare il settore tecnologico proviene da Londra: TikTok ha avviato un’importante ristrutturazione che potrebbe portare al licenziamento di centinaia di moderatori nel dipartimento Trust and Safety. Secondo quanto riportato dal Financial Times, un’email interna ha rivelato che le attività di moderazione e controllo qualità attualmente svolte nella capitale britannica non saranno più gestite a livello locale. Questa decisione non si limita agli uffici londinesi, ma coinvolge anche team operanti in altre regioni del Sud e Sud-Est asiatico , nell’ottica di centralizzare le funzioni in pochi hub regionali . Non è la prima volta che si assiste a un cambiamento simile: anche a Berlino , un team dedicato alla moderazione è stato smantellato nei mesi scorsi.
Motivazioni della ristrutturazione
Le ragioni dietro questa scelta sono complesse e multifattoriali. Da un lato, l’entrata in vigore dell’Online Safety Act nel Regno Unito impone alle piattaforme social maggiori responsabilità nella rimozione di contenuti dannosi. Dall’altro, TikTok sembra voler puntare decisamente sulle nuove tecnologie . L’azienda ha dichiarato che i recenti progressi nei modelli linguistici e in altre soluzioni di intelligenza artificiale consentono di rivedere radicalmente le modalità di moderazione , aumentando così la velocità e l’efficienza del processo. In un comunicato, TikTok ha sottolineato che questa riorganizzazione, avviata già nel 2024 , mira a “massimizzare efficacia e rapidità grazie ai progressi tecnologici”.
Reazioni e critiche
Tuttavia, non tutti accolgono con favore questa evoluzione. Il sindacato Communication Workers Union ha stimato che una parte significativa dei circa 300 dipendenti del reparto londinese potrebbe essere colpita dai tagli . John Chadfield, uno dei coordinatori nazionali del sindacato, ha accusato TikTok di mascherare sotto l’ombrello dell’AI un’operazione che, in realtà, assomiglia molto a un’offshoring verso paesi con costi del lavoro più contenuti. Un copione già visto in altre multinazionali del settore tecnologico.
Un trend globale
Il caso di TikTok non è un episodio isolato. In Giappone , ad esempio, Recruit Holdings, proprietario di piattaforme come Indeed e Glassdoor, ha recentemente annunciato oltre 1.200 esuberi nei reparti di ricerca e sviluppo e nelle aree tecniche, sempre con l’intento di integrare l’AI nelle operazioni quotidiane.
Il futuro della moderazione
Resta da vedere quanto l’affidamento massiccio all’intelligenza artificiale nella gestione di questioni delicate, come l’individuazione di hate speech, disinformazione o contenuti violenti , possa garantire lo stesso livello di accuratezza e sensibilità di un team umano. Molti esperti avvertono che gli algoritmi non sempre riescono a cogliere le sfumature culturali o linguistiche, rischiando di lasciare online contenuti dannosi o, al contrario, di censurare in modo inappropriato.