I comuni italiani stanno attirando l’attenzione con la loro iniziativa delle case a 1 euro, un’opportunità unica per acquistare immobili storici a un prezzo simbolico. Tuttavia, dietro a questa proposta accattivante si celano costi e impegni che non possono essere sottovalutati. Nel 2025, i comuni coinvolti in questo progetto metteranno in contatto i proprietari di edifici abbandonati con potenziali acquirenti, i quali dovranno ristrutturare gli immobili entro scadenze precise.
I comuni che offrono case a 1 euro
L’elenco dei comuni partecipanti a questa iniziativa è in costante aggiornamento. Alcuni aprono bandi, mentre altri li chiudono quando gli immobili disponibili vengono esauriti. Attualmente, tra i comuni che hanno attivato bandi o progetti attivi nel periodo 2024-2025, troviamo:
– Zungoli (Campania), già al IV bando.
– Oyace (Valle d’Aosta), uno dei borghi aderenti.
– Albugnano (Piemonte), recentemente aggiunto alle liste.
– Cinquefrondi (Calabria), con vincoli di ristrutturazione e sicurezza.
– Cantiano (Marche), che punta a rivitalizzare il centro storico.
– Fabbriche di Vergemoli e Montieri (Toscana) sono altre località coinvolte.
– Maenza, Patrica e Santi Cosma e Damiano (Lazio) completano la lista.
Questi comuni offrono un’interessante opportunità per chi desidera investire in un immobile da ristrutturare, ma è fondamentale informarsi sui dettagli specifici di ciascun bando.
I costi nascosti da considerare
Il prezzo iniziale di 1 euro è solo la punta dell’iceberg. Gli acquirenti devono tenere in conto una serie di spese che possono rapidamente far lievitare il budget necessario. Tra queste:
– Notaio e imposte: Anche per un acquisto simbolico, ci sono costi notarili, volture e tasse catastali che possono variare tra i 2.000 e i 4.000 euro.
– Cauzioni e fideiussioni: Molti bandi richiedono una garanzia economica, che può oscillare tra 2.000 e 5.000 euro, e che si perde se non si rispettano i tempi di ristrutturazione.
– Ristrutturazione: Questo è il capitolo più oneroso. Gli immobili, spesso in condizioni precarie, necessitano di interventi strutturali, rifacimento del tetto e adeguamento degli impianti. I costi partono da 20.000-30.000 euro per lavori minimi e possono facilmente superare i 100.000 euro.
– Allacci e utenze: Molti edifici non dispongono di allacciamenti, e il loro ripristino può comportare spese considerevoli.
– Tasse locali: Anche se l’immobile non è abitabile, possono scattare immediatamente imposte come l’IMU.
Vale la pena investire?
La risposta a questa domanda è complessa. Per alcuni, la possibilità di vivere in un borgo autentico rappresenta un’ottima opportunità, soprattutto se confrontata con i costi di una seconda casa in città o in località turistiche. Tuttavia, è cruciale considerare diversi fattori:
– Lo stato dell’immobile, poiché alcuni possono essere veri e propri ruderi.
– La posizione dell’immobile, che può variare notevolmente tra il centro storico e aree più periferiche.
– I tempi di ristrutturazione richiesti, che possono essere stringenti.
– La disponibilità economica per affrontare eventuali spese impreviste.
La realtà dietro il sogno della casa a 1 euro
Le case a 1 euro non rappresentano un affare immediato, ma piuttosto un progetto di rigenerazione urbana volto a riportare vita nei borghi spopolati. L’euro è solo un simbolo; il vero investimento è rappresentato dal progetto di recupero. Coloro che si avvicinano a questa opportunità con l’idea di spendere poco potrebbero rimanere delusi. Tuttavia, chi cerca un progetto di vita, un’opportunità turistica o un investimento a lungo termine, può trovare in questa iniziativa una chance unica per costruire qualcosa di speciale.