Circa 156 milioni di americani respirano aria inquinata, secondo un rapporto dell’American Lung Association

"Rapporto American Lung Association: 156 milioni di americani esposti a aria inquinata"
nel 2025, circa 156 milioni di americani vivono in aree con aria inquinata, secondo l'american lung association

Si respira un’aria malsana negli Stati Uniti, e un rapporto dell’American Lung Association (ALA) conferma questa preoccupante realtà. Nel 2025, quasi 156 milioni di americani, pari a circa il 46% della popolazione, vivranno in aree dove i livelli di inquinamento atmosferico superano le soglie di sicurezza. Questo dato allarmante emerge dal rapporto annuale “State of the Air”, che mette in luce la presenza di ozono e particolato fine in concentrazioni pericolose.

Il rapporto e i dati sconcertanti

Il documento analizza i dati raccolti nel triennio 2021-2023, un periodo contrassegnato da eventi climatici estremi, tra cui la devastante stagione degli incendi in Canada nel 2023, la peggiore mai registrata. Nonostante i progressi ottenuti grazie al Clean Air Act del 1970, che ha portato a una riduzione di quasi l’80% dei principali inquinanti, milioni di cittadini continuano a respirare aria nociva, con gravi ripercussioni sulla salute.

Panagis Galiatsatos, pneumologo presso la Johns Hopkins University e portavoce dell’ALA, ha commentato la situazione: “La più grande conquista in termini di salute polmonare è proprio il Clean Air Act. Senza regolamentazione, l’aria che respiriamo peggiorerà inevitabilmente.” Questa affermazione sottolinea l’importanza di mantenere e rafforzare le normative ambientali, specialmente in un contesto in cui le politiche anti-ambientali, come quelle promosse dall’ex presidente Donald Trump, potrebbero avere conseguenze devastanti.

Il rapporto classifica le contee americane utilizzando un sistema di valutazione che va da A a F in base ai livelli di ozono e particolato PM2.5. Il risultato è preoccupante: oltre 156 milioni di persone risiedono in aree che hanno ricevuto un voto di F per almeno un inquinante. Inoltre, ben 42 milioni di cittadini vivono in zone che non rispettano nessuno dei tre standard analizzati. Su un totale di 885 contee monitorate, 480 non hanno raggiunto gli standard minimi per almeno un parametro.

Le politiche ambientali di Trump

L’approccio di Donald Trump alle questioni ambientali è stato caratterizzato da una visione che considera il green come un enorme spreco economico. Questo ha sollevato preoccupazioni sul fatto che gli Stati Uniti potrebbero uscire dalla sua presidenza con un tasso di inquinamento significativamente più alto. Le normative più severe sulle emissioni dei veicoli e i limiti rigorosi su mercurio e carbonio nelle centrali elettriche sono state messe in discussione.

In questo contesto, Trump ha promosso un ritorno massiccio all’uso del carbone, sostenendo l’estrazione e l’uso di quello che definisce “clean coal”. Queste scelte, però, sono destinate ad aumentare le emissioni di particolato e sostanze tossiche come il mercurio, aggravando ulteriormente la già critica situazione dell’aria negli Stati Uniti.

Cambiamento climatico e conseguenze future

Il cambiamento climatico gioca un ruolo cruciale in questa crisi, amplificando gli effetti negativi sull’aria che respiriamo. Le ondate di calore e la siccità, che hanno alimentato gli incendi in Canada nel 2023, non sono più eventi sporadici, ma anticipazioni di un futuro sempre più critico se non si interviene con decisione.

Geograficamente, la situazione sta peggiorando in tutto il Paese. Rispetto al rapporto precedente, ben 93 contee in più hanno fallito i limiti di ozono. In dieci di queste, si è passati da un voto di A a un preoccupante F. I livelli di particolato fine PM2.5, il più pericoloso per la salute umana poiché può penetrare nei polmoni e nel sangue, hanno raggiunto picchi record. Attualmente, 77 milioni di persone sono esposte a livelli di inquinamento giornaliero, il numero più alto degli ultimi 16 anni, mentre 85 milioni vivono in contee che non rispettano gli standard annuali stabiliti dall’EPA.

Fortunatamente, ci sono alcune eccezioni: solo due città, Bangor nel Maine e San Juan a Porto Rico, hanno registrato livelli eccellenti sia per ozono che per PM2.5, dimostrando che è possibile raggiungere risultati positivi, ma è fondamentale un impegno costante e collettivo per migliorare la qualità dell’aria in tutto il Paese.

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