Le indagini sulla morte tragica di Chamila Wijesuriya, una donna di 50 anni proveniente dallo Sri Lanka, si stanno rivelando sempre più inquietanti. Il suo corpo è stato scoperto in un laghetto del Parco Nord di Milano, e le autorità stanno indagando sul possibile coinvolgimento di Emanuele De Maria, un 35enne evaso dal carcere di Bollate. Dopo essere stato visto insieme alla Wijesuriya, De Maria ha compiuto l’estremo gesto di suicidarsi gettandosi dal Duomo di Milano, lasciando dietro di sé un mistero che si fa sempre più fitto.
Chamila Wijesuriya e Emanuele De Maria al parco
Il corpo di Chamila Wijesuriya è stato rinvenuto domenica 11 maggio, nel cuore del Parco Nord. Le ricerche si erano concentrate in quell’area dopo che le forze dell’ordine avevano esaminato le immagini di una telecamera di sorveglianza che mostrava la donna il giorno della sua scomparsa, venerdì 9 maggio. In quel video, Emanuele De Maria è visibile mentre cammina accanto a lei, entrambi diretti verso il parco intorno alle 15.15.
Queste immagini rappresentano le ultime tracce conosciute della Wijesuriya in vita. La complicazione della situazione è accentuata dal fatto che De Maria era ricercato per un accoltellamento avvenuto poco prima. La polizia ha avviato un’indagine per chiarire cosa sia realmente accaduto tra i due durante quelle ore cruciali.
Le ultime ore di De Maria
Dopo la loro apparizione insieme nel parco, Emanuele De Maria è riapparso circa due ore dopo in viale Fulvio Testi, immortalato dalle telecamere della fermata della metropolitana Bignami. Tuttavia, si trovava da solo, senza alcuna traccia di Chamila Wijesuriya. Questa situazione ha destato preoccupazione, spingendo le forze dell’ordine a intensificare le ricerche.
Nel primo pomeriggio di domenica 11 maggio, De Maria ha compiuto l’estremo gesto, suicidandosi dal terrazzo del Duomo. Questo atto ha sollevato ulteriori interrogativi sulla sua connessione con la Wijesuriya e sul suo possibile coinvolgimento nella sua morte.
Le indagini
Le indagini sono attualmente in corso e si concentrano su Emanuele De Maria, già condannato a 14 anni di carcere per un femminicidio avvenuto nel 2016. Gli inquirenti stanno considerando l’ipotesi che possa aver ucciso Chamila Wijesuriya venerdì al parco, ma i motivi rimangono ancora da chiarire. De Maria, detenuto a Bollate, aveva la possibilità di uscire per lavorare all’hotel Berna, dove anche la Wijesuriya era impiegata.
La situazione si è aggravata sabato mattina, quando De Maria ha aggredito un collega, infliggendogli ferite gravi, prima di darsi alla fuga. Questo episodio ha ulteriormente complicato il quadro, rendendo le indagini ancora più urgenti e delicate. Le autorità stanno cercando di ricostruire gli eventi che hanno portato alla scomparsa di Chamila e al tragico epilogo di De Maria.