Il professor Antonio Gasbarrini, esperto di Medicina interna e direttore scientifico della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli Irccs di Roma , ha lanciato un allerta cruciale in vista della Giornata Mondiale delle Epatiti , in programma il 28 luglio 2025 . In un’intervista con l’Adnkronos Salute, ha sottolineato l’urgenza di ampliare lo screening proattivo per l’ epatite C e l’importanza di farmaci antivirali altamente efficaci, che vantano un tasso di successo del 95% , per affrontare le epatiti B e C , ancora molto diffuse nel nostro Paese.
La diffusione delle epatiti in Italia
Il professor Gasbarrini ha evidenziato che l’ epatite B è prevenibile grazie a un vaccino , mentre l’ epatite C continua a rappresentare una sfida significativa per la salute pubblica . Attualmente, circa 300.000 italiani convivono con il virus dell’ epatite C , e molti di loro non sono a conoscenza della propria condizione. “Fino agli anni ’90, l’ epatite C era praticamente sconosciuta”, ha affermato il professore. L’introduzione di test diagnostici ha rivelato una prevalenza sorprendente, compresa tra il 2,5% e il 4% , dovuta a pratiche sanitarie non sicure risalenti agli anni ’70 e ’80.
Nonostante un calo delle nuove infezioni negli ultimi anni, persiste un “esercito invisibile” di malati non diagnosticati. Le attuali campagne di screening si rivolgono principalmente alla popolazione nata tra il 1969 e il 1989 , un gruppo che ha mostrato di trarre maggiori benefici da questi interventi. Tuttavia, il professor Gasbarrini avverte che l’infezione è presente anche tra le persone più anziane e sta emergendo tra i giovani, spesso a causa di comportamenti a rischio e della falsa percezione che le malattie sessualmente trasmesse siano ormai scomparse.
Strategie di screening e prevenzione
Per affrontare l’ epatite C , è fondamentale un approccio proattivo. Gasbarrini ha sottolineato l’importanza di intensificare lo screening per identificare i soggetti a rischio, come detenuti , tossicodipendenti e persone che hanno ricevuto trasfusioni prima degli anni ’90. “Le transaminasi elevate non sono sempre il risultato di steatosi o abuso di alcol ; spesso possono nascondere un’ epatite C non diagnosticata”, ha avvertito.
Fortunatamente, l’ epatite C è curabile grazie agli antivirali ad azione diretta , che mostrano un’efficacia superiore al 95% e richiedono solo poche settimane di trattamento. Tuttavia, il professor Gasbarrini ha messo in guardia sul fatto che l’eradicazione dell’infezione non conferisce immunità, rendendo essenziale mantenere comportamenti responsabili per evitare reinfezioni .
Le conseguenze di una mancata attenzione
Il professor Gasbarrini ha espresso preoccupazione per il rischio di una riemersione dell’ epatite C in Italia se non si intensificano gli sforzi per lo screening e la diagnosi precoce . L’ epatite C è una delle principali cause di fibrosi epatica e cirrosi , con complicazioni gravi come emorragie digestive e insufficienza epatica. “L’ epatocarcinoma rimane uno dei principali killer nel nostro Paese e spesso è il risultato di un’ epatite C non trattata”, ha affermato.
Per affrontare questa problematica, il professore ha sottolineato l’importanza di agire rapidamente con i mezzi disponibili: test , screening e trattamenti . È cruciale educare sia i cittadini che i professionisti sanitari a riconoscere i segnali dell’infezione, soprattutto in un contesto in cui si registrano aumenti di obesità e malattie metaboliche .
La malattia è ancora presente, ma con le giuste misure di prevenzione e screening , è possibile curarla e prevenirla. L’ Italia ha investito nella salute pubblica e ha dimostrato che le campagne di screening per l’ epatite C sono efficaci, contribuendo a ridurre le complicanze e i costi associati alla malattia. Mantenere alta l’attenzione è fondamentale per identificare e curare le persone a rischio, evitando così l’insorgere di gravi conseguenze per la salute pubblica .