Claudio Sterpin, un ottantatreenne con un legame profondo con Liliana Resinovich, ha recentemente rilasciato dichiarazioni che potrebbero influenzare significativamente l’indagine sull’omicidio della donna. Secondo Sterpin, il vero colpevole non sarebbe il marito di Liliana, Sebastiano Visintin, ma un individuo non identificato. Tuttavia, Sterpin è convinto che Visintin sia a conoscenza dell’identità del vero assassino.
L’omicidio di Liliana Resinovich
Il mistero della scomparsa di Liliana Resinovich ha inizio il 14 dicembre 2021, quando la donna scompare senza lasciare tracce. La sua tragica fine viene rivelata il 5 gennaio 2022, quando il suo corpo viene scoperto in un boschetto nei pressi dell’ex Ospedale psichiatrico di Trieste. Questo caso ha scosso la comunità locale e ha catturato l’attenzione dei media, portando alla luce dettagli inquietanti e numerosi interrogativi irrisolti.
Sebastiano Visintin: unico indagato
Attualmente, Sebastiano Visintin è l’unico indagato per l’omicidio di Liliana. I suoi legali definiscono questa situazione un “atto dovuto”, ma Claudio Sterpin ha chiarito la sua posizione, escludendo il marito dalla lista dei sospettati. “Non credo che Sebastiano sia l’assassino”, ha dichiarato Sterpin, “ma lui sa benissimo chi è stato”. Queste affermazioni sollevano interrogativi su quali informazioni Visintin possa realmente possedere riguardo all’omicidio e alle sue circostanze.
Sterpin ha anche contestato le conclusioni degli esperti forensi, che sostengono che Liliana sarebbe morta il 14 dicembre e che il suo corpo sarebbe rimasto nello stesso luogo fino al ritrovamento. L’83enne ha affermato che, secondo le sue fonti, il corpo sarebbe stato depositato solo poche ore prima della scoperta, suggerendo l’ipotesi di una manovra premeditata da parte di più persone.
Il luogo del ritrovamento
Il boschetto dove è stato rinvenuto il corpo di Liliana è diventato il centro delle indagini. Sterpin ha denunciato come la sua testimonianza, che indicava la presenza del corpo in quel luogo solo per un breve periodo, fosse già stata comunicata alla polizia il 15 dicembre 2021. Secondo lui, una permanenza prolungata del cadavere sarebbe stata incompatibile con l’integrità della salma, soprattutto considerando la presenza di cinghiali nella zona, noti per la loro aggressività. “Se fosse rimasta lì per due giorni e una notte, sarebbe stata sfigurata dai cinghiali che infestano l’area”, ha spiegato Sterpin, evidenziando l’impossibilità di una morte avvenuta in quel contesto.
Nel frattempo, la situazione di Sebastiano Visintin si complica ulteriormente. Dopo la pubblicazione delle tesi accusatorie, l’uomo ha smesso di postare sui social media, interrompendo il silenzio che lo circonda insieme ai suoi legali.
Possibili testimoni
Le indagini sulla morte di Liliana Resinovich potrebbero prendere una nuova piega grazie alla testimonianza di alcuni sanitari che lavorano nel parco di San Giovanni a Trieste. Questi testimoni hanno riferito di aver visto un uomo aggirarsi nella zona nei giorni precedenti al ritrovamento del corpo. La loro testimonianza potrebbe rivelarsi cruciale per chiarire ulteriormente i dettagli di questa intricata vicenda.
In un caso già complesso e carico di emozioni, le parole di Claudio Sterpin aggiungono un ulteriore strato di mistero e tensione, lasciando la comunità in attesa di risposte definitive.