Alle 10 di oggi, il Conclave ha ufficialmente avuto inizio, attirando l’attenzione di tutto il mondo sulla grandiosa Basilica di San Pietro. In questa cornice solenne, il cardinale decano Giovanni Battista Re, che non è un elettore, ha guidato la messa Pro eligendo Romano Pontifice, affiancato dai cardinali elettori e da quelli ultraottantenni. L’attesa per l’accesso alla splendida Cappella Sistina, dove si svolgeranno le votazioni, è fissata per le 16:30. Questo primo giorno di Conclave è intriso di rituali e regole secolari, e il mondo è ansioso di scoprire gli sviluppi.
Cosa sapere sul voto
Un totale di 133 cardinali sono pronti a esprimere il loro voto. Per ottenere la fumata bianca, simbolo dell’elezione di un nuovo Papa, è necessario raggiungere i due terzi dei voti, ovvero 89 schede favorevoli. Nella giornata inaugurale è prevista una sola votazione, il cui esito sarà comunicato poco dopo le 19. A partire dal secondo giorno di Conclave, le votazioni si svolgeranno due volte al mattino e due nel pomeriggio, con le fumate che verranno annunciate solo al termine delle votazioni di ciascuna sessione.
Ogni giorno, i cardinali celebrano la messa e si recano nella Cappella Sistina per recitare le lodi al mattino e i vespri nel pomeriggio, mantenendo viva la tradizione e la spiritualità di questo evento.
Cosa è successo in questi giorni
Il 5 maggio, si è svolto il giuramento di segretezza assoluta da parte di tutti gli officiali e addetti al Conclave, sotto la supervisione del Camerlengo Kevin Joseph Farrell. Ogni partecipante, dai cerimonieri ai religiosi, ha promesso di non utilizzare strumenti di registrazione o comunicazione durante il Conclave.
Il giorno successivo, i cardinali hanno preso possesso delle loro stanze a Casa Santa Marta, dove rimarranno fino alla conclusione del Conclave. Questo momento di preparazione è cruciale per garantire che ogni elettore possa concentrarsi esclusivamente sulla scelta del nuovo Pontefice.
Cosa succede nel primo giorno di Conclave
Oggi, 7 maggio, alle 15:00, sono stati disattivati tutti i telefoni e gli apparecchi tecnologici di comunicazione. Gli impianti cellulari del Vaticano sono stati spenti e rimarranno tali fino alla fine del Conclave. Alle 16:15, nella cappella Paolina, ha avuto inizio la processione presieduta dal cardinale Pietro Parolin, il più anziano tra i nominati e già segretario di Stato.
I porporati indossano le loro vesti rosse, complete di fascia, rocchetto, mozzetta e croce pettorale. Durante la cerimonia, viene intonato il Veni, creator Spiritus, un canto che invoca l’intercessione dello Spirito Santo affinché guidi i cardinali nella loro scelta. Parolin ha quindi letto una premessa in cui ciascuno si impegna a rispettare il segreto del Conclave e a respingere ogni ingerenza esterna.
Dopo il giuramento, il maestro delle cerimonie pontificie, Diego Ravelli, ha pronunciato la celebre frase “Extra omnes”, invitando tutti a lasciare la Cappella Sistina. A questo punto, il cardinale George Jacob Koovakad ha chiuso le porte, dando avvio ufficialmente alla prima votazione.
I cardinali al voto
I cardinali elettori provengono da 71 Paesi, con una significativa rappresentanza dall’Europa (52), seguita da 37 americani, 23 asiatici, 17 africani e 4 australiani. Il porporato più giovane è l’australiano Mykola Bychok, 45 anni, mentre il più anziano è lo spagnolo Carlos Osoro Sierra, 79 anni.
Per la prima volta, il Conclave accoglie cardinali provenienti da 15 nazioni mai rappresentate prima, da Haiti a Capo Verde, fino alla Svezia e al Sud Sudan. Questa diversità di provenienza arricchisce il dibattito e le prospettive all’interno del Conclave, rendendo il processo elettivo ancora più interessante.
Pietro Parolin è il favorito
Secondo un sondaggio condotto da Youtrend alla vigilia del Conclave, il segretario di Stato Pietro Parolin è emerso come il candidato più “papabile” con una probabilità del 38%. Seguono l’arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi (15%), il patriarca di Gerusalemme dei Latini, Pierbattista Pizzaballa (14%), e il filippino Luis Antonio Tagle (13%).
Parolin è visto come un simbolo di continuità rispetto a Papa Francesco, senza estremismi, e gode di un’ottima reputazione per il suo equilibrio e la sua capacità di gestire la complessità della macchina vaticana. Tuttavia, il detto popolare “chi entra Papa esce cardinale” ricorda che la partita è ancora aperta e solo la fumata bianca potrà rivelare al mondo chi sarà il nuovo Papa.