"Analisi delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e UE: futuro delle intese e dei conflitti"
analisi delle dinamiche commerciali tra stati uniti e ue nel 2025: intese e conflitti emergenti

“Futuro commerciale: analisi delle intese e dei conflitti in arrivo tra Stati Uniti e UE”

Il 1° agosto 2025 si avvicina a grandi passi, portando con sé un clima di crescente preoccupazione per l’introduzione di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti. L’ex presidente Donald Trump ha recentemente manifestato la sua disponibilità a rivedere la proposta iniziale, riducendo l’aliquota dal 30% al 15%, ma questa concessione è accompagnata da specifiche condizioni. Tra le richieste spicca la conferma della tariffa del 50% sull’acciaio, un argomento che continua a sollevare dibattiti tra le aziende interessate.

Trattativa e esenzioni

Un aspetto fondamentale della trattativa in corso riguarda le possibili esenzioni che potrebbero essere concesse. I negoziati sono attualmente in corso e potrebbero portare a protezioni per settori specifici, come i prodotti agricoli, gli alcolici, il legname e i dispositivi medici. Tuttavia, l’Unione Europea, composta da 27 Stati, sta cercando di evitare l’imposizione di tariffe elevate su tre categorie chiave: automobili, farmaci e semiconduttori. L’introduzione di dazi su questi prodotti potrebbe compromettere l’intero accordo commerciale. Per questo motivo, il comitato Barriere Commerciali dell’Unione Europea ha approvato un elenco di prodotti statunitensi, del valore di 93 miliardi di euro, che potrebbero essere soggetti a dazi fino al 30% a partire dal 7 agosto.

Impatto economico delle misure

Le proiezioni riguardanti l’impatto economico di queste misure sono preoccupanti. Secondo una simulazione del Centro Studi Confindustria, se i dazi dovessero stabilizzarsi al 15%, le imprese italiane potrebbero subire una perdita di esportazioni pari a 22,6 miliardi di euro verso gli Stati Uniti. Inoltre, un’indagine condotta dall’istituto tedesco Ifo ha rivelato che un’azienda industriale su tre prevede di ridurre i legami commerciali con gli Stati Uniti, segnalando un possibile allontanamento dal mercato americano.

Segnali positivi nell’economia

Nonostante le incertezze, emergono anche segnali positivi. A luglio, l’indice PMI composito, che misura le aspettative a tre mesi dei responsabili delle aziende europee, ha registrato un incremento, raggiungendo quota 51, il livello più alto degli ultimi undici mesi. Questo dato supera le previsioni degli economisti e indica una situazione di espansione, collocandosi sopra il valore di 50, che segna il confine tra contrazione e crescita. Entrambi i settori, quello dei servizi e quello manifatturiero, mostrano segni di crescita, suggerendo che, nonostante le sfide, vi sia un certo ottimismo tra gli operatori economici europei.