"Google Foto lancia la funzione per tracciare l'origine delle immagini generate da intelligenza artificiale."
Google Foto nel 2025 lancia una nuova funzione per tracciare l'origine delle immagini generate da intelligenza artificiale

Google Foto introduce la funzione per identificare l’origine delle immagini create con AI

Google Foto si appresta a introdurre una funzionalità innovativa che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui gli utenti interpretano immagini e video . Questa attesa novità permetterà di identificare in modo chiaro se un contenuto è stato creato o modificato utilizzando strumenti di intelligenza artificiale . La notizia è emersa dall’analisi del codice della versione 7.41 dell’app, dove è stato rinvenuto un riferimento a un sistema interno chiamato “threepio”.

La nuova sezione “Come è stato realizzato”

Con questo aggiornamento, Google Foto presenterà una nuova sezione denominata “Come è stato realizzato”, accessibile scorrendo verso l’alto nella schermata dei dettagli del file. Gli utenti potranno visualizzare un’etichetta che chiarisce l’origine del contenuto : se è stato generato interamente da AI , se ha subito ritocchi tramite strumenti di AI , se è stato modificato con strumenti non basati su AI , oppure se è stato acquisito direttamente da una fotocamera senza alcun intervento software. Questo approccio intende garantire maggiore trasparenza e chiarezza sulla provenienza delle immagini .

Un sistema avanzato di riconoscimento

Tuttavia, le novità non si fermano qui. Il nuovo sistema non si limiterà a distinguere tra editing tradizionale e generazione artificiale; sarà in grado di riconoscere anche situazioni in cui più immagini sono state unite o quando un contenuto ha subito vari passaggi di modifica. Qualora la cronologia delle modifiche risultasse mancante o alterata, Google Foto mostrerà un messaggio di errore, informando l’utente dell’impossibilità di determinare l’origine del file . Questo segna un passo importante verso una maggiore responsabilità nella gestione dei contenuti digitali.

Content Credentials e lotta ai deepfake

Le fonti che hanno rivelato questa funzionalità suggeriscono che il meccanismo si basi su Content Credentials, una tecnologia che integra nei file metadati persistenti riguardanti la loro storia di creazione e modifica. Queste informazioni rimarranno associate al file anche quando verrà condiviso, a meno che non vengano rimosse intenzionalmente. Tale approccio è particolarmente significativo in un’epoca in cui la diffusione di deepfake e contenuti manipolati in modo ingannevole è in costante crescita.

Iniziative precedenti di Google

Non è la prima volta che Google si dedica a questa causa. L’azienda ha già sviluppato SynthID, un progetto di DeepMind che applica filigrane digitali invisibili alle immagini generate con AI , rendendo così riconoscibile la loro origine. Sebbene non sia chiaro se la nuova funzione di Google Foto utilizzerà anche questa tecnologia, entrambe le soluzioni condividono l’obiettivo di fornire agli utenti un contesto più chiaro e una maggiore trasparenza sulla provenienza dei contenuti visivi.

Resta da vedere quando e in quali mercati Google deciderà di attivare questa funzionalità, attualmente non ancora disponibile al pubblico. Con queste innovazioni, Google Foto si prepara a diventare un punto di riferimento nella lotta contro la disinformazione visiva, offrendo agli utenti strumenti sempre più sofisticati per comprendere e valutare l’autenticità dei contenuti che incontrano online.