Nel 2025, la figura di Iris Versari continua a generare accesi dibattiti, in particolare in riferimento al film del 1970, “Corbari”, diretto da Valentino Orsini. Questa pellicola ha sollevato polemiche per la sua rappresentazione della partigiana, spingendo la famiglia di Iris a intraprendere azioni legali. L’avvocato Roberto Campisi, oggi non più giovane, ha condiviso come, insieme al collega Roberto Pinza, abbia difeso i diritti dei familiari di Iris, evidenziando che il film la ritraeva in una luce negativa, come una donna che si univa ai partigiani solo per amore di Silvio Corbari. In contrapposizione, il recente libro di Walter Veltroni, intitolato “Iris, la libertà”, offre una narrazione completamente diversa, enfatizzando la dignità e il coraggio di Iris, presentandola come una figura centrale nella lotta partigiana.
Il processo e la revisione del film
Durante la presentazione del libro a Forlì, avvenuta giovedì scorso, Campisi ha ricordato i momenti salienti del processo che ha portato alla revisione della pellicola. Grazie all’intervento del magistrato Berti, il tribunale di Forlì ha ordinato la rimozione di alcune scene considerate lesive della dignità di Iris. Tra queste, una scena controversa mostrava l’attrice Tina Aumont in un abbraccio con Giuliano Gemma, ritenuta inappropriata e offensiva. La sentenza ha riconosciuto che tali rappresentazioni violavano il diritto alla riservatezza della vita di una persona storicamente definita, sottolineando l’importanza di trattare con rispetto le figure storiche.
Il riscatto di Iris nel romanzo di Veltroni
Nel suo romanzo, Veltroni non ignora l’aspetto romantico tra Iris e Corbari, ma lo fa con una sensibilità che restituisce a Iris un’autonomia e una dignità che il film aveva negato. In un’intervista rilasciata al Carlino, lo scrittore ha sottolineato come il legame sentimentale fosse più una complicazione per Iris che un vantaggio. Infatti, la sua posizione all’interno del gruppo partigiano era già difficile e non voleva essere vista semplicemente come “la donna del capo”. Questo approccio narrativo consente di comprendere meglio il contesto in cui si trovava Iris, una donna che ha combattuto al fianco dei suoi compagni, dimostrando coraggio e determinazione.
Iris Versari: una partigiana alla pari
Campisi ha voluto ribadire l’importanza di riconoscere la verità storica riguardo alla figura di Iris. Secondo lui, quando il “Che Guevara della Romagna” giunse a Tredozio, Iris era già parte attiva di un gruppo partigiano. La sua lotta non era solo un atto d’amore, ma una scelta consapevole e coraggiosa. Era l’unica donna della banda di Corbari eppure ha sempre combattuto alla pari con gli altri membri, come il valoroso stratega Casadei. La presentazione del libro ha rappresentato un momento di celebrazione per l’eroina romagnola, un’opportunità per rimettere in luce il suo contributo fondamentale alla Resistenza.
La storia di Iris Versari, quindi, non è solo quella di una donna innamorata, ma di una partigiana che ha lottato per la libertà e la giustizia, e che merita di essere ricordata con il rispetto e la dignità che le spettano.