"Mini-nucleare come soluzione per la crescente domanda energetica dell'AI"
Scopri come il mini-nucleare potrebbe soddisfare la crescente domanda energetica dell'intelligenza artificiale nel 2025

“Il mini-nucleare può essere la risposta alla crescente domanda energetica dell’AI?”

La crescente domanda di energia, alimentata dall’espansione dei sistemi di intelligenza artificiale e dai data center, sta spingendo il settore tecnologico a esplorare soluzioni innovative e, talvolta, sorprendenti. Secondo le previsioni di Goldman Sachs, entro il 2030 la richiesta di elettricità da parte dei data center potrebbe crescere del 160%, rappresentando fino al 4% del fabbisogno energetico globale. Questo scenario mette a dura prova le reti elettriche, già sotto pressione. In questo contesto, un progetto audace sta emergendo, unendo le potenzialità del nucleare compatto e dell’idrogeno pulito.

Perché scegliere gli SMR?

La canadese First Hydrogen Corp. ha avviato una collaborazione con l’Università di Alberta per sviluppare reattori nucleari modulari di piccole dimensioni, noti come SMR (Small Modular Reactors). Questo segna il primo passo dell’azienda nel settore nucleare, con l’obiettivo di garantire una fonte di energia stabile e a basse emissioni di carbonio, essenziale per la produzione di idrogeno su larga scala. Il team di ingegneri di First Hydrogen lavorerà a stretto contatto con il professor Muhammad Taha Manzoor per ottimizzare combustibili, materiali del nucleo e la configurazione generale dell’impianto. L’obiettivo finale? Creare un SMR progettato per convertire calore ed elettricità in idrogeno “verde”, prodotto senza emissioni di CO2 e a un costo competitivo rispetto ai metodi tradizionali basati su combustibili fossili.

Un futuro a zero emissioni

Gli SMR si distinguono dalle tradizionali centrali nucleari da gigawatt per la loro capacità di generare solo alcune centinaia di megawatt. La loro vera forza risiede nella modularità: questi reattori vengono costruiti in fabbrica e successivamente trasportati e assemblati in loco, simili a grandi mattoncini Lego. Questa caratteristica li rende particolarmente adatti per installazioni in complessi industriali, aree minerarie o comunità isolate. Il design semplificato e prevalentemente sotterraneo è concepito per migliorare la sicurezza, prolungare i cicli operativi e ridurre costi e tempi di costruzione.

Il Canada si sta rivelando un terreno fertile per questo tipo di sviluppo, grazie a sessant’anni di esperienza nel settore nucleare con i reattori ad acqua pesante CANDU. Il governo canadese ha identificato gli SMR come un pilastro per la futura indipendenza energetica. Questa solida base ha spinto First Hydrogen a creare una sussidiaria, First Nuclear, dedicata a questo progetto, mantenendo però uno sguardo attento anche a potenziali siti in Europa.

Questa nuova iniziativa nucleare si integra perfettamente con l’attività principale di First Hydrogen, che si concentra sulla mobilità a zero emissioni. L’azienda ha già sviluppato due furgoni commerciali leggeri a celle a combustibile a idrogeno, che hanno percorso oltre 6.000 chilometri sulle strade britanniche, raggiungendo un’autonomia di oltre 630 chilometri con un solo pieno. Questi veicoli fanno parte del modello “Hydrogen-as-a-Service“, che prevede la creazione di hub di rifornimento di idrogeno.

Integrando i reattori nucleari nella propria filiera, First Hydrogen mira a liberare la produzione di idrogeno dalla volatilità dei prezzi dell’elettricità e dall’intermittenza delle fonti rinnovabili. Questo approccio garantirebbe una fornitura costante per i suoi hub e, in futuro, per i data center sempre più affamati di energia. Anche se la tecnologia SMR deve affrontare significativi ostacoli normativi e finanziari, la promessa di un’energia continua e priva di carbonio continua a suscitare interesse tra industrie e governi in tutto il mondo.