ALT: "Cometa interstellare 3I/ATLAS circondata da anidride carbonica e ghiaccio d'acqua, esplorazione spaziale."
la cometa interstellare 3i/atlas circondata da una nube di anidride carbonica e ghiaccio d'acqua, un fenomeno affascinante nel 2025

La cometa interstellare 3I/ATLAS avvolta in una nube di anidride carbonica e ghiaccio d’acqua

Scoperte affascinanti sul cometa interstellare 3I/ATLAS

Il telescopio spaziale SPHEREx della NASA ha recentemente rivelato informazioni straordinarie riguardo alla cometa interstellare 3I/ATLAS, il terzo oggetto di questo genere mai osservato nel nostro Sistema solare. Questa cometa, scoperta nel luglio 2025 dall’osservatorio cileno Deep Random Survey nell’ambito del progetto ATLAS, si distingue non solo per la sua origine extraterrestre, ma anche per le sue dimensioni eccezionali, rendendola il corpo interstellare più grande e luminoso mai identificato.

Caratteristiche e composizione di 3I/ATLAS

Le analisi condotte da SPHEREx hanno mostrato che 3I/ATLAS è circondata da una densa nube di anidride carbonica, nota come “chioma” o coma, e che il suo nucleo contiene ghiaccio d’acqua. Questa composizione la rende sorprendentemente simile a molte comete formatesi ai margini del nostro Sistema solare. Secondo Carey Lisse, astronomo della Johns Hopkins University e membro del team di ricerca, la presenza di anidride carbonica priva di monossido di carbonio suggerisce che la cometa ha subito un lungo processo di riscaldamento e trasformazione prima di essere espulsa dal suo sistema originario. In sostanza, 3I/ATLAS si comporta come una cometa “ben cotta” e matura, con caratteristiche simili a quelle delle comete conosciute.

Origine e importanza scientifica

Gli scienziati ipotizzano che la cometa provenga dalle regioni più dense del disco galattico della Via Lattea. Questo implica che 3I/ATLAS potrebbe avere un’età almeno doppia rispetto a quella delle comete tipiche del nostro vicinato cosmico, trasformandola in un vero e proprio fossile cosmico utile per studiare le prime fasi della formazione planetaria.

Il ruolo di SPHEREx

Il contributo di SPHEREx è cruciale. Questo telescopio, progettato per mappare l’intero cielo in 102 lunghezze d’onda diverse tra l’infrarosso vicino e medio (0,75-5 micrometri), è in grado di rilevare firme chimiche invisibili agli osservatori terrestri a causa dell’atmosfera. Grazie a questa tecnologia, la comunità scientifica ha ora l’opportunità di confrontare direttamente i “mattoni ghiacciati” delle comete interstellari con quelli di origine locale, migliorando la comprensione dei processi e delle condizioni che hanno caratterizzato i sistemi planetari in epoche remote.

Osservazioni future e sfide

Olivier Doré, project scientist di SPHEREx al Jet Propulsion Laboratory della NASA, ha sottolineato che questa capacità di osservazione non si limita a 3I/ATLAS, ma si estende a tutti gli oggetti celesti, dalle galassie lontane alle stelle vicine, fino ai corpi ghiacciati che transitano nel nostro Sistema solare. Un dataset così ricco promette scoperte significative da condividere con la comunità astronomica internazionale.

L’attenzione degli scienziati è ora rivolta all’autunno, periodo in cui la cometa raggiungerà il suo punto più vicino al Sole, a una distanza simile a quella di Marte. In quel momento, il calore solare farà sublimare il ghiaccio d’acqua del nucleo, generando una chioma d’acqua spettacolare e una coda di polveri molto più estesa rispetto a quella attualmente osservata. Tuttavia, c’è una sfida: quando 3I/ATLAS raggiungerà il perielio, il punto più vicino al Sole, sarà nascosta dietro la stella rispetto alla Terra. Per affrontare questo ostacolo, i ricercatori stanno valutando quali sonde spaziali siano meglio posizionate per fornire un contributo decisivo all’osservazione di questo straordinario fenomeno.