Nel 2025, la Procura di Pavia ha deciso di riaprire le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, un caso che ha profondamente colpito l’Italia e continua a generare domande e interesse. Un elemento chiave di questo nuovo sviluppo è un messaggio WhatsApp del 2013, attribuito a Paola Cappa, cugina della vittima. La frase “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi” si riferisce a Alberto Stasi, allora fidanzato di Chiara e condannato per l’omicidio, che sta per concludere una pena di 16 anni.
Le indagini sul messaggio di Paola Cappa
La Procura ha recentemente raccolto 280 messaggi ritenuti significativi per le indagini. Tra questi, il messaggio di Paola Cappa ha suscitato particolare interesse. Inviato a un amico, il contenuto è stato riportato dal settimanale Giallo, sollevando interrogativi su possibili nuove prove. Inoltre, gli inquirenti stanno esaminando i profili social delle sorelle Cappa. Un’immagine pubblicata da Paola nel 2013 ritrae un paio di piedi con calze a quadretti e un’impronta a pallini, simile a quella rinvenuta sulla scena del crimine, accompagnata dalla frase “Buon compleanno sorellina”.
In aggiunta, una storia Instagram di Stefania Cappa ha mostrato un bambino circondato da biciclette con la scritta “Fruttolo”, lo stesso yogurt trovato nella villetta di Garlasco, luogo del delitto. Questi dettagli potrebbero rivelarsi fondamentali per il proseguimento delle indagini, suggerendo che ci siano ancora aspetti da chiarire in questa complessa vicenda.
La situazione di Alberto Stasi
Alberto Stasi, condannato a 16 anni di reclusione per l’omicidio di Chiara Poggi, sta attualmente scontando la pena nel carcere di Bollate. A 41 anni, ha ottenuto dal 2023 il regime di semilibertà, che gli permette di lavorare all’esterno durante il giorno. La sua liberazione è prevista per il 2030, ma grazie alla buona condotta potrebbe anticipare la sua uscita al 2028.
Nel 2025, Stasi avrà anche la possibilità di richiedere l’affidamento in prova, un’opzione che gli consentirebbe di scontare la parte finale della pena al di fuori del carcere. Tuttavia, la riapertura delle indagini e il riemergere di nuovi elementi potrebbero influenzare la sua situazione legale, rendendo incerta la sua posizione.
Il delitto di Garlasco
Il 13 agosto 2007, Chiara Poggi, una giovane di 26 anni, fu trovata senza vita nella sua abitazione a Garlasco, in provincia di Pavia. L’autopsia rivelò che la vittima era stata colpita ripetutamente con un oggetto contundente, mai identificato. Le indagini iniziali si concentrarono su Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara, che nel 2015 fu condannato in via definitiva per l’omicidio.
Negli anni, sono emersi nuovi elementi che hanno spinto le autorità a riaprire il caso. Tra questi, il DNA di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, trovato sotto le unghie della vittima. Inoltre, è stato rinvenuto un martello in un canale vicino alla casa della nonna delle sorelle Cappa, un oggetto potenzialmente compatibile con l’arma del delitto. Le autorità stanno attualmente valutando questi nuovi indizi per determinare se ci siano ulteriori responsabilità oltre a quelle già accertate.
La vicenda di Chiara Poggi continua a suscitare dibattiti e interrogativi, mentre la Procura di Pavia si impegna a fare luce su un delitto che ha segnato profondamente la comunità locale e non solo.