Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, ha recentemente suscitato scalpore nel panorama giuridico con alcune affermazioni audaci sul caso di Alberto Stasi, condannato per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. In un’intervista, Lovati ha espresso il suo pieno accordo con le parole del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha definito “irragionevole” la condanna di Stasi, specialmente alla luce delle precedenti assoluzioni. Secondo l’avvocato, Stasi potrebbe essere innocente e, addirittura, aver protetto il vero colpevole dell’omicidio.
Delitto di Garlasco: le rivelazioni del legale di Andrea Sempio
Le dichiarazioni di Massimo Lovati hanno catturato l’attenzione. In un contesto in cui il caso di Garlasco continua a generare dibattito, l’avvocato ha sollevato interrogativi inquietanti. Lovati ha suggerito che il silenzio di Stasi, ex fidanzato di Chiara Poggi, potrebbe essere attribuito al fatto che la giovane sia stata vittima di un’organizzazione criminale. “È una teoria che nasce dalla mia conoscenza del territorio”, ha affermato, lasciando intendere che ci siano elementi più complessi alla base della vicenda.
In aggiunta, Lovati ha contestato la legittimità del processo, sostenendo che non si può emettere una condanna senza un nuovo dibattimento, soprattutto dopo sentenze di assoluzione. La sua posizione è chiara: l’innocenza di Stasi è una possibilità concreta che merita un’analisi approfondita.
La frase choc di Massimo Lovati
Uno dei momenti più sorprendenti dell’intervento di Lovati è stato quando ha affermato che, a differenza di Sempio, Alberto Stasi potrebbe conoscere l’identità del vero assassino. “Non aveva alternativa. Finirebbe sottoterra”, ha dichiarato, insinuando che Stasi potrebbe essere stato costretto a proteggere il reale colpevole per timore di ritorsioni.
La teoria di Lovati si basa su un sogno che ha avuto, in cui ha immaginato che Chiara Poggi fosse stata uccisa perché aveva scoperto segreti legati a fatti di pedofilia. “Non posso dimostrarla”, ha aggiunto, ma il suo ragionamento ha aperto un dibattito su possibili connessioni tra il caso di Garlasco e altre vicende oscure.
Il riferimento al caso Orlandi
Lovati non si è fermato qui. Ha tracciato un parallelo tra il caso di Garlasco e quello di Emanuela Orlandi, suggerendo che anche in quella triste storia una giovane vita sia stata spezzata per aver scoperto verità scomode. “Guardi cosa è successo con la povera Emanuela Orlandi. Ma le ripeto che è solo un mio sogno. Non voglio guai”, ha concluso, lasciando intendere che ci siano forze in gioco che superano la comprensione comune.
Le affermazioni di Massimo Lovati non solo riaccendono i riflettori su un caso già carico di polemiche, ma pongono anche interrogativi inquietanti sulla giustizia e sulla verità. In un contesto legale così complesso, la sua posizione potrebbe avere ripercussioni significative, sia per Stasi che per l’intera vicenda di Garlasco.