"Reti stellari invisibili nella Via Lattea rivelate dai dati del telescopio Gaia dell'ESA."
l'esa rivela reti stellari invisibili nella via lattea grazie ai dati del telescopio gaia, aprendo nuove prospettive sull'astronomia nel 2025

L’ESA svela reti stellari invisibili nella Via Lattea grazie ai dati del telescopio Gaia

Dopo dieci anni di osservazioni senza precedenti, il telescopio Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea ha profondamente cambiato la nostra comprensione della Via Lattea. Questo satellite, concepito per realizzare una mappa dettagliata della galassia, ha raccolto miliardi di dati, rivelando aspetti sorprendenti sulla formazione, l’evoluzione e il destino delle stelle.

Ammassi stellari: asili nido di stelle

Uno degli obiettivi fondamentali della missione è stato il censimento degli ammassi stellari, considerati veri e propri “asili nido” per le stelle. Questi gruppi si suddividono in due categorie: gli ammassi aperti, formati da centinaia o migliaia di stelle e localizzati principalmente nel disco galattico, e gli ammassi globulari, molto più antichi e densi, contenenti milioni di stelle. Gaia ha dimostrato che questi ammassi non sono entità isolate, ma piuttosto parti di un tessuto galattico più ampio.

Attraverso l’analisi dei movimenti e della luminosità di miliardi di stelle, gli scienziati hanno scoperto catene di ammassi interconnessi, strutture che si estendono per migliaia di anni luce. Le osservazioni hanno rivelato che regioni di formazione stellare come Orione e Scorpius-Centaurus non sono semplici insiemi casuali, ma componenti di sistemi più complessi, intrecciati da veri e propri fili di stelle e gas.

Le code mareali: storie di stelle in movimento

Un aspetto particolarmente intrigante delle scoperte di Gaia riguarda le “code mareali”. Queste scie di stelle si formano quando gli ammassi vengono disturbati dal passaggio vicino a nubi molecolari, dalla materia oscura o dal nucleo galattico. Gaia ha permesso di identificare code immense, come quelle dell’ammasso delle Iadi, che si estendono per migliaia di anni luce, narrando la storia di come le stelle si disperdono lentamente nella Via Lattea.

Un nuovo sguardo sul vicinato solare

Non solo strutture su larga scala: Gaia ha anche ridefinito la nostra comprensione del vicinato solare. Attraverso mappe tridimensionali e persino a sei dimensioni, che includono le velocità delle stelle, il telescopio ha rivelato dettagli su nubi di gas, stelle neonate e associazioni stellari nelle immediate vicinanze del Sole. Questi dati hanno dimostrato che molte giovani stelle nascono già in gruppi sparsi, contrariamente a quanto si pensava in passato, quando si credeva che si formassero in ammassi compatti destinati a dissolversi nel tempo.

Il futuro della missione Gaia

Sebbene la missione di Gaia abbia concluso la fase operativa nel marzo 2025, la maggior parte dei dati raccolti è ancora in fase di elaborazione e non è stata resa pubblica. Due importanti rilasci di dati sono previsti entro la fine del decennio, e gli astronomi sono fiduciosi riguardo alle nuove scoperte che potrebbero emergere.

Johannes Sahlmann, project scientist di ESA, ha sottolineato come questa missione abbia rivoluzionato l’astronomia galattica. Il cielo, infatti, non è più percepito come un mosaico di ammassi isolati, ma come una rete intricata di catene stellari che uniscono miliardi di astri, raccontando, pezzo dopo pezzo, la storia della nostra galassia.