Il caldo estivo ci invita a immergerci in laghi e fiumi, ma è fondamentale prestare attenzione: quel malessere che può manifestarsi dopo un bagno potrebbe non essere solo un fastidio temporaneo. Potrebbe, infatti, essere il segnale di un’infezione da Campylobacter, un batterio spesso sottovalutato, ma che rappresenta uno dei principali responsabili di gastroenteriti acute in Europa.
Con l’arrivo della stagione calda, la voglia di rinfrescarsi in acque naturali cresce, ma è proprio in questi ambienti che i rischi biologici aumentano. Secondo le statistiche dell’EFSA e dell’ECDC, il Campylobacter è uno dei patogeni più frequentemente isolati nei casi di diarrea batterica. Questo batterio, di forma spirale e gram-negativo, si trova principalmente nell’intestino di uccelli e animali domestici, ma può anche proliferare in acqua stagnante contaminata e in alimenti crudi, come carne di pollo e latte non pastorizzato.
Cos’è il Campylobacter e dove si trova
Il Campylobacter è un batterio che prospera in ambienti umidi e contaminati. Durante l’estate, quando le persone si immergono in acque non controllate, il rischio di esposizione aumenta notevolmente. Anche un semplice sorso d’acqua può essere sufficiente per contrarre l’infezione. È importante sapere che questo batterio non è raro: ogni anno, migliaia di persone in Italia ne sono colpite, soprattutto durante le vacanze estive.
I sintomi dopo il bagno: quando sospettare il Campylobacter
Dopo un’esposizione al Campylobacter, i sintomi possono manifestarsi in un intervallo che va da 2 a 5 giorni, ma in alcuni casi possono impiegare fino a una settimana per apparire. Tra i segnali da monitorare ci sono: febbre improvvisa, nausea persistente, crampi addominali intensi, diarrea abbondante (che in alcuni casi può contenere sangue), e brividi accompagnati da dolori muscolari e un generale senso di malessere. Questo batterio è particolarmente insidioso poiché i sintomi possono facilmente essere confusi con una comune influenza intestinale, portando molte persone a non cercare assistenza medica. Tuttavia, nei soggetti più vulnerabili, come bambini, anziani e persone con un sistema immunitario compromesso, l’infezione può causare complicazioni gravi, inclusa la disidratazione severa.
Come si cura e come si previene
Nella maggior parte dei casi, l’infezione da Campylobacter si risolve spontaneamente in pochi giorni. Tuttavia, è fondamentale mantenere un’adeguata idratazione e evitare l’uso di antibiotici senza prescrizione medica. Se i sintomi persistono o peggiorano, è consigliabile consultare un medico. Nei casi più gravi, possono essere prescritti antibiotici specifici, come azitromicina o ciprofloxacina.
La prevenzione è essenziale per evitare l’infezione. È importante non bere acqua non potabile o ingerire acqua durante i bagni in laghi e fiumi. Inoltre, è fondamentale evitare di consumare carne cruda o poco cotta e lavarsi accuratamente le mani dopo essere stati all’aperto o a contatto con animali. Infine, è saggio evitare di fare il bagno in aree non controllate o vietate.
Il rischio è reale, ma si può gestire
Il Campylobacter è un batterio presente nel nostro ambiente e, con un po’ di attenzione, è possibile prevenire l’infezione. La prossima volta che avverti crampi o febbre dopo un bagno, non sottovalutare i segnali del tuo corpo. Potrebbe non essere solo il caldo a causare questi disturbi. Conoscere i rischi invisibili dell’estate è fondamentale per godere dell’acqua in sicurezza e senza brutte sorprese.