Il caso di Garlasco: nuove sviluppi sul DNA
Il caso del delitto di Garlasco continua a sorprendere con nuovi colpi di scena, e adesso è il momento di Marco Panzarasa, amico di Alberto Stasi, di tornare al centro dell’attenzione. Nel 2025, il suo DNA sarà oggetto di un maxi incidente probatorio, volto a fare chiarezza su uno dei delitti più controversi della cronaca italiana. Oltre al profilo genetico di Panzarasa, saranno analizzati anche quelli delle gemelle Paola e Stefania Cappa, cugine di Chiara Poggi, la vittima, e degli amici di Marco: Poggi, Andrea Sempio, Mattia Capra, Roberto Freddi e un altro amico, Alessandro Biasibetti.
Novità sull’acquisizione del DNA
Il giudice per le indagini preliminari, Daniela Garlaschelli, ha dato il via libera all’acquisizione dei profili genetici, escludendo però le impronte trovate nella villetta in cui Chiara Poggi fu assassinata. Questo sviluppo potrebbe segnare una svolta significativa nelle indagini, che si prolungano da anni. L’analisi del DNA di Panzarasa e degli altri coinvolti è stata accolta con grande attenzione, poiché potrebbe fornire elementi chiave per comprendere la dinamica dell’omicidio avvenuto nel 2007.
Chi è Marco Panzarasa?
Marco Panzarasa è un nome già noto nel contesto di questo caso. Fin dai giorni immediatamente successivi all’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, il suo legame con Alberto Stasi ha catturato l’attenzione. Descritto come il “migliore amico” di Stasi, Panzarasa ha condiviso con lui non solo i banchi di scuola al liceo scientifico Omodeo di Mortara, dove entrambi si sono diplomati nel 2002, ma anche un viaggio in Inghilterra per perfezionare l’inglese, durante il quale Chiara si unì a loro.
Dopo il diploma, le strade dei due amici si sono separate: mentre Alberto si è iscritto all’università Bocconi per studiare Economia, Marco ha scelto Giurisprudenza, conseguendo la laurea. Nonostante ciò, la loro amicizia è rimasta forte, con frequenti contatti, anche più volte al giorno.
Il ruolo di Marco Panzarasa nelle indagini
Marco Panzarasa è stato interrogato dai carabinieri la sera stessa dell’omicidio di Chiara Poggi, intorno alle 20. Dopo una breve vacanza in Spagna, tornò in Italia e fu nuovamente ascoltato, in un interrogatorio che durò circa cinque ore. Durante le indagini, è emerso che il giorno del delitto, Panzarasa si trovava in Liguria, ma tornò a Garlasco poco dopo.
Le indagini hanno rivelato che i contatti tra Panzarasa e Stasi erano frequenti, con chiamate che arrivavano anche a 10-15 volte al giorno. Questo ha attirato l’attenzione degli inquirenti, che hanno iniziato a considerare Panzarasa come parte di un triangolo di comunicazioni anomale, insieme a Stasi e all’amico Simone Piazzon. Durante il processo che ha portato alla condanna di Alberto Stasi, il procuratore generale Laura Barbaini ha sottolineato l’importanza di queste interazioni, suggerendo che potessero nascondere dettagli cruciali per il caso.
Il mistero del delitto di Garlasco continua a intrecciarsi con le vite di chi ne è coinvolto, e l’analisi del DNA di Marco Panzarasa potrebbe rivelarsi un tassello fondamentale per risolvere un enigma che ha scosso l’Italia per anni.