"Controllo medico tempestivo: segnali da monitorare per la salute"
scopri i segnali da monitorare per la salute e l'importanza del controllo medico tempestivo nel 2025

“Nei sospetti: segnali da monitorare e l’importanza del controllo medico tempestivo”

Il melanoma cutaneo si conferma una delle sfide più rilevanti nel campo dell’oncologia, colpendo in particolare i giovani adulti. Nel 2023, in Italia, si prevedevano circa 12.700 nuove diagnosi, un numero che sottolinea l’urgenza di campagne di sensibilizzazione e di ricerca, sostenute anche da enti come AIRC. L’attenzione crescente verso la prevenzione e le terapie innovative ha portato a significativi progressi nella gestione di questa malattia, la cui natura aggressiva richiede diagnosi tempestive e strategie terapeutiche mirate.

Caratteristiche e fattori di rischio del melanoma cutaneo

Il melanoma origina dalla trasformazione tumorale dei melanociti, le cellule della pelle responsabili della produzione di melanina, il pigmento che ci difende dai raggi ultravioletti (UV). La pelle, il nostro organo più esteso, è composta da tre strati principali: epidermide, derma e tessuto sottocutaneo. I melanociti, insieme ai cheratinociti, si trovano nell’epidermide e, in condizioni normali, possono formare nei (nevi), che si presentano come piccole macchie scure sulla pelle.

Un fattore di rischio primario per lo sviluppo del melanoma è l’esposizione eccessiva e ripetuta ai raggi UV, provenienti sia da fonti naturali che artificiali, come lampade abbronzanti e lettini. L’esposizione intensa al sole durante l’infanzia è particolarmente insidiosa, poiché può danneggiare il DNA delle cellule cutanee, con conseguenze che si manifestano anni dopo.

Altri fattori di rischio includono l’insufficienza immunitaria, alcune malattie ereditarie come lo xeroderma pigmentoso, e caratteristiche fenotipiche come pelle chiara, occhi e capelli chiari, presenza di numerosi nei o lentiggini, oltre a una storia familiare di melanoma o altri tumori cutanei.

Tipologie, sintomi e diagnosi

Il melanoma può svilupparsi su pelle sana o da nevi preesistenti, siano essi congeniti o acquisiti. Si distinguono quattro principali tipologie: il melanoma a diffusione superficiale (circa il 70% dei casi), il lentigo maligna melanoma, il melanoma lentigginoso acrale e il melanoma nodulare, noto per la sua aggressività e crescita invasiva precoce.

Il segnale d’allerta più significativo è la modifica di un neo esistente o la comparsa di uno nuovo. La valutazione si basa sulla regola ABCDE: Asimmetria, Bordi irregolari, Colore variabile, Dimensioni crescenti ed Evoluzione rapida. Altri segnali da monitorare includono sanguinamento, prurito o arrossamento intorno al neo.

La diagnosi precoce è fondamentale e si avvale di tecniche avanzate come l’epiluminescenza, che migliora l’osservazione delle lesioni cutanee. La conferma definitiva avviene tramite l’esame istologico mediante biopsia. Inoltre, l’analisi molecolare permette di identificare mutazioni specifiche nei geni BRAF, MEK o c-KIT, cruciali per definire prognosi e terapie personalizzate. Esami di imaging come TAC, PET e risonanza magnetica vengono utilizzati per valutare la diffusione tumorale.

Terapie e innovazioni nel trattamento

Per i melanomi in fase iniziale, la chirurgia rappresenta il trattamento di prima linea, prevedendo l’asportazione della lesione e di un margine di tessuto sano per garantire la completa rimozione delle cellule tumorali. Nei casi più avanzati, si procede anche alla rimozione dei linfonodi sentinella. Grazie ai progressi scientifici, l’immunoterapia e le terapie a bersaglio molecolare hanno trasformato l’approccio terapeutico, riducendo drasticamente l’uso della chemioterapia.

Gli inibitori dei checkpoint immunologici rappresentano una delle frontiere più promettenti, poiché riattivano il sistema immunitario contro le cellule tumorali. Le terapie mirate, invece, si focalizzano su specifiche mutazioni genetiche, offrendo risultati più efficaci e personalizzati. La radioterapia è indicata soprattutto per metastasi sintomatiche o come trattamento palliativo.

Tra le opzioni più innovative, le terapie loco-regionali, come la perfusione isolata dell’arto e l’elettro-chemioterapia, consentono di somministrare farmaci ad alte dosi in aree limitate, aumentando l’efficacia e riducendo gli effetti collaterali sistemici. Questi sviluppi rappresentano una speranza concreta per i pazienti e un passo avanti nella lotta contro il melanoma.