Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco, continua a suscitare dibattiti e interrogativi. La giustizia ha già identificato un colpevole: Alberto Stasi, l’ex fidanzato della vittima. Tuttavia, nel 2025, la procura di Pavia ha riaperto le indagini, introducendo un nuovo indagato, Andrea Sempio. Ma quali elementi sono necessari per dare una svolta decisiva a questa intricata vicenda? Gli inquirenti ritengono che non sia sufficiente un semplice campione di Dna o un attrezzo compatibile con l’arma del delitto; è essenziale scoprire il movente.
Delitto di Garlasco, le analisi del Dna
Il 16 maggio scorso, durante un’udienza per l’incidente probatorio a Pavia, il giudice per le indagini preliminari ha ordinato l’acquisizione del Dna di diverse persone che frequentavano la casa dei Poggi o che avrebbero potuto influenzare la contaminazione della scena del crimine. Tra i soggetti da cui verranno prelevati campioni figurano le gemelle Paola e Stefania Cappa, cugine di Chiara, e Marco Panzarasa, amico di Stasi. Anche altri amici, come Mattia Capra, Roberto Freddi e Alessandro Biasibetti, saranno coinvolti in queste analisi. È significativo notare che nessuno di loro è attualmente sotto indagine.
Inoltre, tre investigatori e un medico legale che entrarono nella villetta dei Poggi il 13 agosto 2007 senza guanti saranno sottoposti a test. Questa ricerca di Dna e di nuove impronte è cruciale per rafforzare il caso contro Andrea Sempio, accusato di concorso nell’omicidio di Chiara, e per identificare “Ignoto 2”, il secondo uomo che, secondo le autorità, si trovava nella casa al momento del delitto.
La mazzetta ritrovata nel canale di Tromello
Parallelamente alle analisi del Dna, le indagini si concentrano sull’arma del delitto, che non è mai stata rinvenuta. Recentemente, dal canale di Tromello sono stati recuperati alcuni oggetti, tra cui un attizzatoio da camino, la testa di un’ascia e una mazzetta da muratore. Quest’ultima, in particolare, non è un martello a coda di rondine, l’unico oggetto mancante dalla casa dei Poggi secondo il padre di Chiara.
Secondo quanto riportato da Repubblica, la mazzetta era scomparsa dalla sede della Croce Garlaschese, un’associazione di volontariato frequentata da Stefania Cappa. La giovane aveva parlato con Chiara l’ultima volta il 12 agosto, invitandola a partecipare a un incontro, ma Chiara rifiutò, affermando di dover studiare.
Si scava tra gli amici di Stasi, Sempio e delle gemelle Cappa
Le indagini si stanno focalizzando sugli amici di Chiara e di Alberto Stasi, in particolare sui ragazzi di Garlasco che condividevano la stessa cerchia sociale. Secondo le informazioni di Repubblica, il nuovo possibile movente potrebbe trovarsi tra le comitive di amici dell’epoca, che si dividevano in due gruppi distinti: uno più tranquillo e nerd, composto da Marco Poggi, Andrea Sempio e altri, e l’altro più festaiolo, che includeva le gemelle Cappa.
Omicidio Chiara Poggi, il possibile movente
Le autorità sono convinte che la verità sull’omicidio di Chiara Poggi si nasconda tra i ragazzi che gravitavano attorno alla sua vita. Secondo le ultime indiscrezioni, il movente potrebbe essere legato a un rifiuto di Chiara di partecipare a una situazione sgradita. In alternativa, si ipotizza che Chiara possa aver visto qualcosa che non avrebbe dovuto e che, per questo motivo, sia stata uccisa per evitare che potesse raccontarlo.
La complessità di questo caso continua a mantenere alta l’attenzione, mentre le indagini cercano di fare luce su un delitto che ha profondamente scosso la comunità di Garlasco e oltre.