"OpenAI e Microsoft annunciano un accordo per trasformare OpenAI in una public benefit corporation."
OpenAI e Microsoft annunciano un accordo strategico per trasformare OpenAI in una public benefit corporation, segnando un passo importante verso l'innovazione responsabile nel 2025

OpenAI e Microsoft siglano un accordo per trasformare l’azienda in una public benefit corporation

OpenAI, l’illustre azienda nel campo dell’intelligenza artificiale, ha recentemente annunciato un cambiamento che potrebbe rappresentare una svolta cruciale nella sua evoluzione. In un accordo preliminare con Microsoft, il suo principale investitore, l’azienda ha deciso di ristrutturare la propria governance, mirando a trasformare la sua divisione for-profit in una public benefit corporation (PBC). Questa iniziativa, che attende ancora il via libera dai procuratori generali della California e del Delaware, potrebbe non solo agevolare la raccolta di nuovi capitali, ma anche aprire la strada a una futura quotazione in borsa.

La governance di OpenAI

Bret Taylor, presidente del consiglio di amministrazione di OpenAI, ha sottolineato che la fondazione no-profit attualmente al timone dell’azienda continuerà a esercitare la governance, mantenendo una partecipazione nella nuova PBC, la cui valutazione supera i 100 miliardi di dollari. In una dichiarazione congiunta, OpenAI e Microsoft hanno confermato di aver firmato un memorandum of understanding non vincolante, avviando così il processo per definire gli accordi contrattuali finali.

Relazioni con Microsoft e tensioni passate

Questa intesa arriva dopo mesi di negoziati complessi. Microsoft, che dal 2019 ha accesso privilegiato alla tecnologia di OpenAI e funge da fornitore principale di servizi cloud, ha cercato di aumentare la propria influenza sul futuro dell’azienda. D’altro canto, OpenAI ha manifestato l’intenzione di diversificare i propri partner e di ridurre la dipendenza dal colosso di Redmond, siglando accordi significativi con altri operatori nel corso dell’ultimo anno.

Le tensioni tra le due aziende non sono mancate. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Microsoft avrebbe voluto acquisire il controllo delle tecnologie sviluppate da Windsurf, una startup di AI per il coding che OpenAI stava cercando di acquistare. Tuttavia, la dirigenza di OpenAI ha insistito per mantenere l’indipendenza di Windsurf, portando a una conclusione che ha visto parte del team confluire in Google, mentre il resto è stato assorbito da Cognition.

Un contratto imponente con Oracle

Parallelamente a queste trattative, OpenAI ha siglato un contratto senza precedenti con Oracle, impegnandosi a un investimento di 300 miliardi di dollari in cinque anni per l’acquisto di potenza di calcolo destinata allo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale. Questo accordo, considerato uno dei più grandi nel settore del cloud, è destinato a ridefinire le dimensioni degli investimenti in questo campo. Il contratto prevede la disponibilità di 4,5 gigawatt di capacità energetica, un dato che equivale alla produzione di più di due dighe di Hoover o al consumo di circa 4 milioni di persone.

Critiche e reazioni al nuovo corso

L’intenzione di OpenAI di evolvere verso una PBC ha suscitato reazioni contrastanti. Investitori, critici e concorrenti stanno monitorando con attenzione questa transizione. Alcuni enti no-profit, come Encode e The Midas Project, hanno espresso preoccupazioni riguardo al rischio che questa operazione possa compromettere la missione originaria di OpenAI, che si propone di sviluppare intelligenze artificiali a beneficio dell’umanità. OpenAI ha risposto a queste critiche accusando i gruppi di ricevere finanziamenti da rivali come Elon Musk e Mark Zuckerberg, un’accusa che è stata prontamente respinta dai diretti interessati.

In un contesto già complesso, la situazione si complica ulteriormente a causa della battaglia legale intentata da Musk, che accusa OpenAI di aver tradito la propria natura no-profit. A inizio anno, Musk aveva presentato un’offerta da 97 miliardi di dollari per rilevare l’azienda, proposta che è stata rifiutata dal consiglio di amministrazione, ma che ha contribuito a rivalutare il peso della partecipazione della fondazione no-profit.

Con questa nuova direzione, OpenAI si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia, mentre il mondo osserva con interesse gli sviluppi futuri.