Papa Francesco è deceduto alle 7:35 del giorno di Pasquetta, un evento che ha scosso profondamente il mondo intero. L’annuncio della sua scomparsa è stato dato dal Cardinale Farrell, il quale ha chiarito che la causa del decesso è stata una grave emorragia cerebrale, e non una crisi respiratoria come inizialmente si era ipotizzato. Solo il giorno di Pasqua, il Pontefice aveva partecipato alla Benedizione per l’Urbi et Orbi, ricevendo l’affetto di migliaia di fedeli in piazza San Pietro.
Le cause della morte: emorragia cerebrale o ictus?
Le prime informazioni riguardanti la morte di Papa Francesco sono state confermate da fonti autorevoli, tra cui l’agenzia AdnKronos, che ha evidenziato l’assenza di criticità ai polmoni del Pontefice. Secondo le notizie raccolte, la causa del decesso sarebbe stata un ictus, un evento che ha sorpreso anche i medici che lo avevano seguito. Il Corriere della Sera ha riportato che la Santa Sede si prepara a rilasciare una nota ufficiale per chiarire ulteriormente le circostanze della scomparsa.
I medici del Gemelli, dove il Papa era stato ricoverato, hanno confermato che il Pontefice si è spento serenamente, senza apparenti collegamenti con i problemi respiratori che lo avevano portato in ospedale a febbraio. La notizia ha lasciato un vuoto incolmabile nella comunità cattolica e oltre.
Il parere del prof. Massimo Andreoni
Il professor Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, ha commentato la situazione, affermando che la morte del Papa era purtroppo prevedibile, data la gravità della sua insufficienza respiratoria. “Il Papa ha voluto continuare la sua missione, anche se le sue condizioni di salute erano critiche”, ha dichiarato Andreoni. Ha anche riflettuto su cosa sarebbe potuto accadere se il Pontefice fosse rimasto in ospedale, suggerendo che un’infezione in ambiente ospedaliero avrebbe potuto complicare ulteriormente il suo quadro clinico.
Il punto di vista del pneumologo Micheletto
Anche il dottor Claudio Micheletto, pneumologo di Verona, ha espresso il suo parere sulla salute del Papa. Ha sottolineato che il Pontefice era stato visto con i naselli per l’ossigeno, evidenziando la serietà della sua insufficienza respiratoria. Micheletto ha messo in evidenza che, in situazioni simili, la salute del cuore gioca un ruolo cruciale. “Con bassi livelli di ossigeno, il cuore può andare in sofferenza, portando a conseguenze fatali”, ha spiegato.
Le perplessità di Matteo Bassetti
Matteo Bassetti, noto infettivologo, ha condiviso le sue preoccupazioni riguardo alla salute del Papa, ricordando di aver espresso dubbi sulla possibilità di un suo ritorno alla normalità. Ha sottolineato come le infezioni respiratorie polimicrobiche possano comportare alti e bassi, e che le comorbidità del Pontefice, come l’immunodepressione e il sovrappeso, abbiano avuto un ruolo determinante nel suo stato di salute.
La Pasqua trascorsa con Papa Francesco è stata un momento straordinario per i cattolici, ma ora la sua scomparsa lascia un’eredità di riflessione e di dolore. Le malattie infettive non fanno distinzioni, e la sua storia è un richiamo alla fragilità della vita umana.