Peppino Impastato e Aldo Moro: due morti che segnano un’epoca buia della storia italiana

"Peppino Impastato e Aldo Moro: simboli di una lotta contro il terrorismo e la mafia in un'epoca buia della storia italiana."
Peppino Impastato e Aldo Moro: simboli di una lotta contro il potere e la mafia, due figure chiave che hanno segnato un'epoca buia della storia italiana

Peppino Impastato e Aldo Moro sono due nomi che evocano un passato doloroso e complesso nella storia italiana. Il 9 maggio 1978, mentre il corpo di Moro veniva rinvenuto a Roma, anche quello di Impastato veniva scoperto in circostanze drammatiche e inquietanti. Solo dopo 23 anni, la verità sulla sua morte sarebbe finalmente emersa, rivelando un omicidio orchestrato dalla mafia.

Indagini e depistaggi

Peppino Impastato, originario di Cinisi, era un attivista e giornalista che ha dedicato la sua esistenza alla lotta contro la mafia. Fondatore di Radio Aut, una stazione radio libera e autofinanziata, utilizzava questo mezzo per denunciare le atrocità mafiose che affliggevano la sua terra, tra Cinisi e Terrasini, in provincia di Palermo. La sua voce, forte e chiara, si opponeva a un sistema di omertà e paura.

Il giorno della sua morte, il 9 maggio 1978, il suo corpo fu rinvenuto lungo la linea ferroviaria Palermo-Trapani, vicino a un tratto di binario danneggiato. A scoprire i resti di Impastato furono i macchinisti di un treno in transito, ignari del dramma che si era consumato. Tuttavia, le indagini iniziali furono compromesse da un sistema di depistaggi che cercò di far passare l’omicidio per un fallito attentato terroristico. I veri colpevoli si adoperarono per inscenare un attentato, facendo credere che Impastato fosse un attentatore rimasto ucciso nel tentativo di piazzare una bomba.

Nonostante la chiave di Radio Aut, che Impastato portava sempre con sé e che fu trovata tra i rovi lungo i binari, le forze dell’ordine non considerarono mai questa prova cruciale. La verità, però, era ben più complessa e oscura di quanto apparisse.

La verità dopo 23 anni

La verità sulla morte di Peppino Impastato emerse solo nel 2001, ben 23 anni dopo il suo omicidio. Si scoprì che l’attivista era stato ucciso per ordine di Tano Badalamenti, un boss mafioso. L’esecuzione fu affidata a Vito Palazzolo, luogotenente di Badalamenti, con la complicità di Nino Badalamenti e Francesco Di Trapani.

Era l’8 maggio 1978 quando Impastato, uscito da Radio Aut a Terrasini, venne attirato in un casolare. Le circostanze di ciò che accadde all’interno rimangono avvolte nel mistero, ma è certo che il giornalista fu ferito. Purtroppo, a causa dei depistaggi, il casolare non fu mai oggetto di indagini approfondite. Successivamente, il corpo di Impastato fu trasportato sui binari ferroviari, dove venne fatto esplodere per simulare un attentato fallito.

Il post di Giorgia Meloni su X

In occasione del 47esimo anniversario della morte di Peppino Impastato e di Aldo Moro, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha voluto ricordare queste due figure emblematiche attraverso un post su X. La Premier ha descritto Impastato e Moro come “due simboli”, vittime di quegli “anni di piombo” che hanno segnato l’Italia con il sangue di troppi innocenti, tra cui servitori dello Stato e cittadini comuni.

Meloni ha sottolineato l’importanza di non dimenticare il sacrificio di queste persone, che hanno pagato con la vita il loro impegno per la giustizia e la verità. La sua riflessione è un invito a mantenere viva la memoria di chi ha lottato contro la mafia e il terrorismo, affinché simili tragedie non si ripetano mai più.

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