Pietro Orlandi accusa un blogger indagato di diffondere false notizie sulla scomparsa di Emanuela

ALT: Pietro Orlandi accusa un blogger di diffondere false notizie sulla scomparsa di Emanuela, creando polemiche e discussioni online.
Pietro Orlandi denuncia un blogger indagato per aver diffuso false notizie sulla scomparsa di Emanuela, alimentando polemiche e speculazioni nel 2025

Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, ha manifestato la sua forte indignazione nei confronti di un blogger cinquantenne, attualmente sotto inchiesta per favoreggiamento , accusandolo di diffondere notizie false riguardanti la scomparsa della sorella. La Procura della Repubblica di Roma , in particolare la direzione distrettuale antimafia, ha avviato un’inchiesta dopo che il blogger ha pubblicato due post controversi in un gruppo Facebook dedicato al caso di Emanuela, gestito dal giornalista Pino Nicotri .

Pietro Orlandi contro il blogger

In un’intervista a *Il Fatto Quotidiano*, Pietro Orlandi ha rivelato di aver “bannato” il blogger ogni volta che ne ha avuto l’opportunità, definendolo una persona capace di raccontare “deliranti e false cose” su di lui e sulla sua famiglia, inclusa Emanuela. Orlandi ha sottolineato come il blogger abbia osato insinuare che la sorella non fosse la ragazza “acqua e sapone” che tutti conoscevano, suggerendo che ci fosse molto di più dietro la sua scomparsa .

Inoltre, Pietro ha evidenziato come il blogger gli attribuisca dichiarazioni mai fatte. Un esempio eclatante è l’affermazione secondo cui Orlandi avrebbe detto che Emanuela fosse stata “portata in Inghilterra perché incinta”. Pietro ha prontamente smentito tale affermazione, ricordando che, al momento della sua scomparsa, Emanuela stava affrontando il ciclo mestruale . Ha anche criticato il blogger per non considerare il possibile coinvolgimento del Vaticano , sostenendo invece che la responsabilità della scomparsa ricadrebbe esclusivamente sulla famiglia .

Il 50enne indagato per il caso Emanuela Orlandi

La notizia dell’indagine è emersa il 5 maggio, quando *Ciociaria Oggi* ha riportato che il blogger, residente in Ciociaria , è stato indagato per favoreggiamento. I post incriminati riguardano un episodio legato alla scomparsa di Emanuela, avvenuta il 22 giugno 1983, quando lasciava la scuola di musica . La Procura ha sequestrato il suo computer portatile come parte delle indagini.

Il legale del blogger, Luigi Tozzi , ha dichiarato che il suo assistito si considera completamente estraneo ai fatti e ha rivendicato il diritto alla libertà di espressione . Tuttavia, la gravità delle accuse ha attirato l’attenzione degli investigatori, che stanno cercando di fare chiarezza sulla questione.

Cosa avrebbe scritto su Facebook

Ma quali sono le affermazioni che hanno sollevato tanto scalpore? Il gruppo Facebook *Vogliamo la verità su Emanuela Orlandi* ha impostazioni di privacy che rendono difficile accedere ai contenuti senza l’autorizzazione degli amministratori. Tuttavia, testate come *Tg24.info*, *Repubblica* e *Secolo d’Italia* hanno rivelato che il blogger ha citato una fonte anonima , limitandosi a fornire le iniziali.

Secondo quanto riportato, pochi giorni prima della scomparsa, Emanuela sarebbe stata accompagnata a una visita ginecologica da un tutor, un dipendente della Camera dei Deputati , poiché si sospettava che fosse incinta. Questa teoria, sebbene priva di fondamento secondo Pietro Orlandi, suggerirebbe che la gravidanza potesse essere un motivo scatenante per la scomparsa della ragazza, considerata uno “scandalo” all’epoca.

Pietro ha ribadito la sua ferma opposizione a queste teorie, sottolineando che sua sorella stava affrontando il ciclo mestruale quel giorno e che il blogger tende a pubblicare contenuti che screditano la famiglia Orlandi e la memoria di Emanuela. Gli investigatori, nel frattempo, continuano a lavorare per identificare la fonte citata dal blogger, cercando di fare chiarezza su una vicenda che continua a suscitare interrogativi e polemiche.

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