Sebastiano Visintin, il marito di Liliana Resinovich e attualmente l’unico indagato per la sua morte, ha deciso di rompere il silenzio, respingendo con fermezza le accuse della Procura di Trieste. In un’intervista rilasciata a Telequattro, Visintin ha affermato: “Io non c’entro nulla”. Questo caso, che ha riaperto ferite e interrogativi a quasi tre anni e mezzo dall’accaduto, continua a tenere con il fiato sospeso non solo Trieste, ma l’intero Paese.
Sebastiano Visintin: “Io non ho ucciso Liliana”
Durante l’intervista, andata in onda lunedì 26 maggio, Sebastiano ha ribadito con convinzione: “Io non ho niente a che fare con la morte di Liliana, assolutamente”. Mentre guidava la sua auto, ha condiviso un pezzo della sua vita, raccontando di come sia approdato a Trieste nel 1995, descrivendola come “una città meravigliosa”. Tuttavia, il suo stato d’animo attuale è ben diverso: “Sto vivendo un dramma da tre anni e mezzo che non auguro a nessuno”, ha aggiunto, citando spesso la moglie e il suo motto: “La vita è bella”.
Visintin ha anche affrontato la questione di una possibile condanna, affermando: “No, assolutamente. Vivo alla giornata. Non penso a ieri, non penso a domani. Se ci sarà il processo, io sono qua. Sono a disposizione”. Le sue parole risuonano come un grido di disperazione, ma anche di determinazione a difendersi.
La linea difensiva sul caso Resinovich
Nonostante la pressione mediatica e le speculazioni, Visintin ha scelto di non entrare nel merito delle ipotesi investigative. “Non voglio dire se si tratti di omicidio o suicidio, non spetta a me. Ci sono i consulenti, ci sono i miei avvocati”, ha dichiarato, mantenendo una certa riservatezza sulla questione. Riguardo alla dinamica del ritrovamento del corpo di Liliana, avvenuto in un boschetto dell’ex OPP, ha preferito non commentare ulteriormente, lasciando intendere che ci sono aspetti che meritano di essere trattati con cautela.
Sterpin: “Visintin sa chi è stato”
Claudio Sterpin, un amico intimo di Liliana, ha espresso le sue opinioni sul caso. Con i suoi 83 anni, ha condiviso un legame speciale con la vittima, tanto che Liliana aveva manifestato l’intenzione di andare a vivere con lui. Sterpin ha affermato: “Non credo che sia stato Sebastiano a ucciderla, ma sono convinto che sappia chi è stato”. Le sue parole sollevano ulteriori interrogativi e insinuano che ci siano segreti inconfessabili che potrebbero emergere.
L’accusa della Procura e le nuove testimonianze
La Procura di Trieste ha formalmente iscritto Sebastiano Visintin nel registro degli indagati per omicidio volontario. Nell’atto di imputazione, firmato dalla pm Ilaria Iozzi, si sostiene che l’uomo avrebbe aggredito e ucciso la moglie la mattina del 14 dicembre 2021, nello stesso luogo in cui il corpo di Liliana è stato rinvenuto tre settimane dopo.
In aggiunta, alcuni operatori del parco di San Giovanni hanno riferito di aver avvistato un uomo con barba bianca e torcia all’alba del 5 gennaio, proprio nella zona in cui è stato scoperto il corpo di Liliana. Queste nuove testimonianze potrebbero rivelarsi cruciali per l’evoluzione del caso, alimentando ulteriormente il dibattito e le speculazioni attorno a questa tragica vicenda.
La storia di Sebastiano Visintin e Liliana Resinovich continua a essere al centro dell’attenzione, con un dramma che si dipana tra accuse, difese e misteri irrisolti, in una Trieste che non smette di interrogarsi.