Settala: l’urlo disperato della bambina “Papà, no” dopo il femminicidio della madre

ALT: "Bambina in lacrime a Settala dopo il femminicidio della madre, esprimendo il suo dolore con un disperato 'Papà, no'."
"Settala, 2025: la tragica reazione della bambina dopo il femminicidio della madre, un grido di dolore che scuote la comunità."

Papà, no! è l’urlo straziante di una bambina che ha assistito a un tragico femminicidio avvenuto a Settala , un comune nel Milanese . La vittima, Amina Sailouhi, di 43 anni, è stata uccisa dal marito Khalid Achak, di 50 anni, davanti agli occhi della figlia, che ha poi avuto il coraggio di contattare il 112 per chiedere aiuto. Le sue grida disperate sono state udite da un vicino, che ha descritto l’ orrore di quel momento.

L’urlo della bambina

Le urla della piccola, residente in via Cerca , hanno squarciato il silenzio della notte intorno alle 22 del 3 maggio. Come riportato da Milano Today , la bambina ha esclamato “Papà, no!” mentre il padre aggrediva la madre. Un vicino, che abita al civico 12, ha confermato di aver udito le grida e, poco dopo, ha assistito alla chiamata al 112 da parte della piccola.

Il dramma non si è fermato qui: mentre la bambina era in contatto con gli operatori, il padre le ha strappato il telefono di mano, interrompendo la richiesta d’aiuto e insultando l’interlocutore. Questo gesto ha lasciato la comunità di Settala in uno stato di shock . La bambina è stata successivamente affidata a uno zio materno, mentre il sindaco ha espresso il dolore collettivo, evidenziando come simili tragedie continuino a ripetersi nonostante gli sforzi per combattere la violenza di genere .

Il femminicidio di Settala

Il dramma si è consumato in un contesto di conflitto familiare . Secondo una ricostruzione de Il Giorno , la lite tra Khalid e Amina sarebbe scoppiata a causa di un capriccio della bambina, avvenuto due giorni prima. La donna, temendo per la propria incolumità , avrebbe minacciato di procurarsi delle ferite per denunciare il marito. Questo gesto ha scatenato la furia di Achak , che ha afferrato un coltello e ha colpito Amina fino a ucciderla.

Un’ora dopo l’ omicidio , la piccola ha chiamato i soccorso , segnalando la tragedia che aveva appena vissuto. La comunità è rimasta sconvolta da quanto accaduto, e il caso ha riacceso il dibattito sulla violenza domestica e sulla necessità di proteggere le vittime .

La mancata misura cautelare dopo la denuncia del 2022

La storia di Amina non è isolata. Già nel 2022 , la donna aveva denunciato il marito per maltrattamenti , attivando il protocollo del codice rosso . Tuttavia, nonostante le evidenze, Amina ha rifiutato due volte di trasferirsi in una struttura protetta con la figlia. Questo ha portato gli inquirenti a ritenere insufficienti gli elementi per disporre una misura cautelare contro Khalid .

La vicenda solleva interrogativi inquietanti sulla protezione delle vittime di violenza domestica e sulla necessità di un intervento più incisivo da parte delle autorità . La comunità di Settala , colpita da questa tragedia, si interroga su come sia possibile che simili drammi continuino a verificarsi, nonostante gli sforzi per sensibilizzare l’opinione pubblica e combattere la violenza di genere .

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