L’Italia si trova nuovamente a fronteggiare una seria emergenza siccità. I primi mesi del 2025 hanno rivelato una situazione critica per le risorse idriche del Paese, sollecitando Coldiretti a chiedere l’attuazione di un piano nazionale per una gestione sostenibile dell’acqua. La crisi idrica, che sembra ormai una costante, richiede interventi urgenti e decisivi.
Situazione critica nelle regioni meridionali
Anche se l’estate non è ancora ufficialmente iniziata, le temperature in Italia segnalano un chiaro allerta: il rischio di siccità è già evidente, soprattutto nelle regioni meridionali. Secondo l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR (Isac-Cnr), i primi quattro mesi di quest’anno sono stati i più caldi mai registrati, con un’anomalia di temperatura di +1,47°C a livello nazionale e punte di +1,50°C nel Sud. Questo è un chiaro indicativo del cambiamento climatico in corso, che non solo minaccia l’agricoltura, ma mette in pericolo anche l’approvvigionamento idrico per la popolazione.
La Puglia risulta tra le regioni maggiormente colpite da questa crisi. Gli invasi idrici attualmente contengono solo 109 milioni di metri cubi d’acqua, pari al 33% della loro capacità. Nel 2024, con circa 180 milioni di metri cubi disponibili, la situazione era già critica, ma oggi è ulteriormente deteriorata, con gravi ripercussioni sulle coltivazioni pugliesi.
Tuttavia, la Puglia non è l’unica regione in difficoltà. Ecco un quadro delle altre tre regioni meridionali che stanno affrontando problemi simili:
- Sardegna – Diverse coltivazioni nella Nurra, come mais e meloni, sono già state abbandonate. Anche i vigneti e gli oliveti stanno subendo danni, e i risarcimenti non sono sufficienti a coprire le perdite;
- Sicilia – La mancanza di infrastrutture moderne aggrava la situazione, in particolare nella provincia di Agrigento, dove si teme di rivivere le disastrose condizioni del 2024, con raccolti compromessi e tensioni idriche;
- Basilicata – Le alte temperature stanno danneggiando le coltivazioni di pomodoro e ortaggi nel Potentino, mentre nell’area materana si registrano fenomeni di cascola precoce in peschi, albicocchi, olivi e agrumi.
Strategie per la gestione delle risorse idriche
In risposta a questa crisi idrica che sta diventando sempre più persistente, Coldiretti ha rilanciato il piano invasi, un progetto già presentato cinque anni fa. L’idea è di creare una rete di bacini multifunzionali per raccogliere l’acqua piovana, prevenire esondazioni e produrre energia.
Questo piano innovativo si basa su tecnologie che non richiedono l’uso di cemento, ma utilizzano materiali locali per ridurre l’impatto ambientale. I bacini non solo serviranno per l’irrigazione agricola e per usi civili, ma potrebbero anche integrare sistemi di pompaggio per la produzione di energia idroelettrica, contribuendo così alla transizione energetica italiana.
Tuttavia, non è sufficiente costruire nuovi invasi; è essenziale anche recuperare e mantenere quelli esistenti, migliorando i sistemi di distribuzione dell’acqua. Un approccio integrato è fondamentale per garantire una gestione efficiente dei corsi d’acqua e per attenuare gli effetti degli eventi estremi legati al cambiamento climatico.