Dopo tre decenni dalla tragica scomparsa di Manuela Murgia, il caso che ha profondamente colpito Cagliari riemerge con nuove rivelazioni. La Procura della Repubblica ha iscritto nel registro degli indagati Enrico Astero, ex fidanzato della giovane, accusandolo di omicidio volontario. Questa sorprendente novità è stata riportata in esclusiva dal quotidiano L’Unione Sarda.
Svolta nel giallo di Manuela Murgia
La notizia ha suscitato forti emozioni tra i familiari di Manuela, che da sempre lottano per ottenere giustizia. Astero, oggi 54enne, è assistito dall’avvocato Marco Fausto Piras. Il pubblico ministero Guido Pani ha notificato ad Astero, il 30 maggio, un avviso di garanzia per eseguire accertamenti tecnici non ripetibili sugli indumenti di Manuela, rinvenuti solo il 1° aprile presso l’Istituto di Medicina Legale di Cagliari.
Gli accertamenti si svolgeranno a Roma il 4 giugno, e tutte le parti coinvolte potranno partecipare con i propri esperti. La famiglia di Manuela ha scelto di avvalersi del genetista Emiliano Giardina, noto per il suo operato in casi di grande rilevanza come quello di Yara Gambirasio. “La giustizia fa il suo corso!”, hanno scritto i familiari sulla pagina Facebook Giustizia per Manuela Murgia, esprimendo la loro speranza in un esito positivo.
I fatti del 5 febbraio 1995
Il dramma di Manuela Murgia ha avuto inizio il 5 febbraio 1995, quando una telefonata anonima segnalò la presenza di un cadavere nel canyon artificiale di Tuvixeddu, a Cagliari. Il corpo rinvenuto apparteneva a Manuela, una ragazza di soli 16 anni, scomparsa il giorno precedente. Era uscita di casa alle 12, lasciando sul tavolo un cordless, un rossetto e un profumo, dettagli che facevano presagire un rientro imminente.
Il giorno successivo, il suo corpo fu trovato ai piedi di un dirupo alto 30 metri. Inizialmente, il caso fu archiviato come suicidio, ma la famiglia non si è mai arresa, sostenendo che le circostanze della morte di Manuela raccontassero una storia ben diversa. Le scarpe della ragazza erano pulite e sul suo corpo c’erano segni di violenza. Inoltre, il cadavere giaceva prono, senza lesioni compatibili con una caduta.
Le sorelle di Manuela, Elisabetta e Anna, insieme al fratello Gioele, hanno dedicato la loro vita a cercare giustizia per la loro sorella. Hanno partecipato a numerosi eventi pubblici e trasmissioni televisive per mantenere viva l’attenzione su questo caso irrisolto. Negli anni, sono emersi dettagli inquietanti: Manuela riceveva telefonate che la turbavano e, dopo essere uscita di casa, era stata vista salire su un’auto blu.
Il rinvenimento degli indumenti
Fino al 1° aprile 2025, gli indumenti indossati da Manuela il giorno della sua scomparsa erano rimasti un mistero. Quel giorno, però, è arrivata una svolta: i vestiti della ragazza sono stati trovati in un magazzino dell’Ospedale Universitario di Cagliari, ancora sigillati e in condizioni perfette per nuove analisi.
Questi indumenti rappresentano ora un punto di partenza cruciale per le indagini, che hanno portato il pubblico ministero a iscrivere il nome di Enrico Astero nel registro degli indagati. La speranza è che questi nuovi accertamenti possano finalmente portare a una verità che è sfuggita per troppi anni.