"Minerale sconosciuto su Marte evidenzia vulcanismo e tracce di acqua antica"
scoperta di un minerale sconosciuto su marte che indica vulcanismo e tracce di antica acqua, un passo avanti nella ricerca di vita extraterrestre nel 2025

“Un minerale sconosciuto su Marte rivela segni di vulcanismo e antica presenza d’acqua”

Scoperta straordinaria su Marte

Un team di scienziati, capitanato da Janice Bishop del SETI Institute e del NASA Ames Research Center, ha fatto un’importante scoperta su Marte: un minerale mai identificato prima, conosciuto come idrossisolfato ferrico, una particolare variante di solfato di ferro. Questa scoperta offre nuove intuizioni su un passato marziano caratterizzato da complesse interazioni tra acqua liquida, calore e processi chimici, suggerendo che la storia del pianeta rosso è molto più complessa di quanto si fosse ritenuto.

La presenza di solfati su Marte

I solfati non sono una novità su Marte; questi composti sono comuni grazie a un’atmosfera ricca di zolfo. Tuttavia, a differenza della Terra, dove le piogge tendono a dissolverli rapidamente, le condizioni aride del pianeta rosso hanno permesso a questi minerali di conservarsi nel tempo, fungendo da veri e propri archivi naturali. Da quasi vent’anni, i dati raccolti dagli spettrometri in orbita avevano rivelato segnali anomali: strati di solfati che non rientravano in nessuna categoria conosciuta.

Identificazione nei canyon marziani

L’enigma ha trovato una risposta nelle regioni di Aram Chaos e dell’altopiano sopra Juventae Chasma, aree adiacenti al vasto sistema di canyon di Valles Marineris. Qui, i ricercatori hanno identificato depositi stratificati che raccontano la storia di antichi fiumi e laghi temporanei, alimentati da cicli di alluvioni e successiva evaporazione. L’analisi di questi strati ha rivelato che i solfati non solo si erano formati in presenza di acqua, ma erano stati anche modificati dal calore generato da fenomeni vulcanici o geotermici.

Conferme in laboratorio

Esperimenti condotti in laboratorio hanno confermato queste osservazioni: riscaldando i solfati idratati a circa 50 °C, si ottengono forme monoidrate, mentre superando i 100 °C e in presenza di ossigeno, si forma l’idrossisolfato ferrico. Questo schema è stato osservato anche in orbita, dove lo spettrometro CRISM ha rilevato la caratteristica firma infrarossa del minerale.

Implicazioni temporali

Un aspetto sorprendente di questa scoperta è che tali trasformazioni potrebbero essere avvenute in un’epoca relativamente recente, durante il periodo Amazzoniano di Marte, meno di tre miliardi di anni fa. Questo implica che attività termica e presenza d’acqua non siano stati fenomeni relegati alla giovinezza del pianeta, ma potrebbero aver continuato a influenzare l’ambiente marziano anche in fasi successive.

Prospettive future

Oltre al suo valore geologico, il ritrovamento dell’idrossisolfato ferrico solleva interrogativi più ampi. Se calore, acqua e reazioni chimiche complesse erano presenti, è possibile che condizioni fondamentali per la vita potessero esistere in quelle aree. Per questo motivo, i depositi di Aram Chaos si configurano come luoghi privilegiati per future missioni, alla ricerca di tracce di abitabilità o persino biosignature.

Un minerale da scoprire

Attualmente, l’idrossisolfato ferrico non è ancora riconosciuto come un nuovo minerale sulla Terra, ma la sua particolare struttura cristallina e la stabilità termica potrebbero portarlo a essere classificato come tale in un prossimo futuro. Nel frattempo, il suo ritrovamento su Marte arricchisce il panorama delle conoscenze sul pianeta e apre nuovi capitoli sulla sua storia geologica e climatica.